Rimini scivola al 51° posto nella qualità della vita. Il risultato di un modello di città fondato sulla rendita, sul turismo mordi-e-fuggi e su un sistema politico bloccato. È l’intero modello della città a essere al capolinea. Precarietà dilagante, salari bassi, servizi pubblici che arrancano, quartieri lasciati ai margini, spazi sociali ridotti all’osso, mobilità congestionata e un territorio devastato da decenni di consumo di suolo e scelte sbilanciate a favore degli interessi privati. Rimini è ostaggio di un blocco di potere - PD, costruttori, albergatori - che da vent’anni governa secondo un solo principio: proteggere e alimentare la rendita. Rendita immobiliare, turistica, commerciale. Tutto viene piegato a questa logica: l'urbanistica, i trasporti, gli investimenti, il marketing territoriale. Mentre la qualità della vita precipita, le giunte Sadegholvaad-Bellini (come le precedenti, coltivate nei "campi larghi") continuano a riproporre lo stesso copione: grandi opere vetrina, progetti faraonici privi di visione ecologica e sociale, dalla nuova struttura congressuale nella zona sud al prolungamento del Metromare verso la Fiera. Interventi pensati più per gli interessi dei soliti noti che per i bisogni reali dei cittadini.
Nel frattempo, sono assenti o minimali gli interventi fondamentali:
- nessun vero piano per migliorare la qualità dell’aria in una città soffocata dal traffico;
- manutenzione ordinaria insufficiente di fiumi, parchi, litorale e spazi pubblici;
- verde urbano trattato come optional;
- assenza di un piano serio e partecipato per la mobilità sostenibile
- totale subalternità ai privati nella gestione del territorio e dei servizi.
Senza un ambiente sano, senza trasporti accessibili, senza case a prezzi umani, senza servizi capillari nei quartieri, non esiste qualità della vita. Ed è evidente che l’attuale amministrazione non ha né la volontà, né l'orizzonte, né il coraggio politico per scardinare gli interessi che tengono ferma Rimini.
Serve invece una Rimini per chi la abita.
Una Rimini dove il lavoro sia stabile e pagato dignitosamente. Dove i quartieri tornino a essere spazi vivi, con servizi, presidi sociali e culturali. Dove la casa sia un diritto e non un bene speculativo come altri. Dove i trasporti pubblici permettano davvero di muoversi senza auto. Dove il territorio venga rispettato, curato e messo al riparo dalla speculazione.
Rimini non è una vetrina da lucidare per i turisti o un parco giochi per chi investe nella rendita. Rimini è una città viva, abitata, che merita un futuro diverso dal monopolio politico ed economico che oggi la soffoca.

Max 10° 




















