Cronaca 09:56 | 28/10/2025 - Bellaria Igea Marina

Sap Rimini su archiviazione del procedimento penale sul maresciallo Masini: "soddisfazione ma anche amarezza"

Il SAP esprime soddisfazione per la decisione della Procura di Rimini di archiviare il procedimento a carico del maresciallo Luciano Masini, coinvolto nei fatti avvenuti nella notte di Capodanno a Villa Verucchio. L’inchiesta ha riconosciuto che il collega ha agito senza alcuna possibilità di scelta, in una situazione di pericolo reale e immediato per sé e per le molte persone presenti.

Una conclusione giusta, che conferma come l’intervento fosse pienamente legittimo. Da una parte siamo sicuramente contenti che la vicenda si sia chiusa positivamente per il maresciallo Masini ma non possiamo ignorare che per arrivare a questo risultato ci siano voluti dieci mesi.  

Dieci mesi in cui un servitore dello Stato, che ha legittimamente agito per proteggere sé stesso e gli altri, ha vissuto con una “spada di Damocle” sulla testa.

Dieci mesi di incertezza, di sospetto vissuti con angoscia. Tutto questo non può e non deve essere considerato normale.

Il SAP contesta con forza l’“atto dovuto”, che porta automaticamente all’iscrizione nel registro degli indagati di chiunque, nell’esercizio delle proprie funzioni, sia coinvolto in un evento con conseguenze gravi.

Verificare e accertare i fatti è sicuramente giusto e necessario ma crediamo che non possa essere un passaggio “tout court” quello dell’iscrizione nel registro degli indagati quando le circostanze indicano chiaramente che si tratta di un’azione legittima.

Crediamo sia necessaria una verifica preliminare delle cause di scriminanti, opportunamente normata, prima di procedere con l’iscrizione nel registro degli indagati.

È doveroso distinguere fin da subito i casi in cui l’uso legittimo della forza è evidente, da quelli in cui invece servono ulteriori approfondimenti.
Non chiediamo impunità, ma buon senso e rispetto per chi ogni giorno rischia la vita per garantire la sicurezza dei cittadini.

Chi serve lo Stato non può essere trattato come un sospetto per il solo fatto di aver compiuto il proprio dovere.

Vorremmo che il caso Masini diventi un punto di partenza per aprire un confronto serio tra magistratura, politica e forze di polizia.
Serve una riforma che tuteli chi agisce nel rispetto della legge e dei protocolli operativi, senza automatismi che penalizzano la professionalità e il senso di giustizia.

 

 

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