Nicola (il nome è di fantasia) frequenta come tanti suoi coetanei la scuola ma, a differenza delle sue compagne e compagni di banco, non parla, ma comunica. Lo fa con gli occhi, con piccoli gesti, con ritmi che non seguono quelli della classe, ma che raccontano un mondo tutto suo. Per lui, le misure scolastiche ordinarie non bastano, nemmeno quelle specialistiche messe già in campo per l’inclusione scolastica. Una soluzione pronta non c’era, ne andava cercata, o meglio creata, una nuova, solo per lui; così l’Amministrazione si è attivata per ascoltare, studiare, consultare e trovare nuovi margini di investimento. Confrontandosi con l’equipe multidisciplinare è emersa la possibilità di creare un progetto personalizzato, pensato da chi lo conosce davvero - educatori, assistenti sociali, specialisti - e sostenuto dal Comune con un intervento educativo scolastico su misura: 340 ore, un educatore dedicato, un ponte tra scuola e vita con un investimento specifico di 9 mila euro.
Per Nicola, la fiducia non è un dettaglio: è la condizione necessaria per apprendere, relazionarsi, stare bene. Ogni pomeriggio, nel centro diurno gestito dalla cooperativa sociale Amici di Gigi, partecipa con successo ad attività ricreative e post-scolastiche grazie a un’équipe di educatori che conosce, riconosce e in cui si sente al sicuro. È con loro che ha costruito un linguaggio fatto di gesti, routine, sguardi. Per questo, nel momento in cui si è reso necessario attivare un progetto educativo scolastico personalizzato, il Comune di Rimini ha scelto la via della continuità: portare quegli stessi educatori dentro la scuola, al mattino, per evitare scompensi e garantire stabilità emotiva e relazionale. Una scelta condivisa con l’Istituto scolastico, il Servizio Sociale Territoriale Minori e l’SSDI Autismo dell’Ausl Romagna, che hanno formalizzato il progetto nella seduta dell’Equipe Territoriale Integrata del 18 settembre. Gli operatori si sono resi disponibili, consapevoli del valore di quel legame. E così, anche tra i banchi, Nicola ritroverà volti familiari. Perché l’inclusione, quando è vera, non cambia le persone: le accompagna.
Una scuola inclusiva, cresce il supporto alla disabilità
Una scuola inclusiva passa anche da un servizio di supporto adeguato e proporzionato ad una domanda in costante crescita, ma anche alla sperimentazione di alcune figure come quelle dell’educatore di plesso, in grado di aumentare il livello qualitativo generale dei processi di inclusione, per tutte le alunne e tutti gli alunni.
Saranno713 (rispetto ai 670 dell’anno scorso) gli alunni certificati che inizieranno l’anno scolastico, a conferma di un trend di aumento costante (negli ultimi anni sempre compreso tra il 7 e il 9% annuo) che, solo dall’anno scorso, fa segnare un +6,5% di certificazioni e corrispondente + 6,5% nelle ore dedicate. Negli ultimi venticinque anni, in provincia di Rimini, l’aumento si avvicina al 300%. A livello di investimento questo significa un aumento costante ed importante di risorse impegnate negli ultimi anni, arrivando a lambire i 7 milioni di investimento per il supporto dai 0 ai 19 anni durante l’anno scolastico e per i centri estivi.
«Quando parliamo di inclusione scolastica, non stiamo parlando solo di servizi – sottolinea Chiara Bellini, vicesindaca con delega alle politiche educative - ma di diritti, di dignità, di futuro. Ogni bambina, ogni bambino, ogni persona giovane ha il diritto di essere vista, visto, accompagnata, accompagnato, e l'idea che abbiamo a Rimini è di una scuola che accoglie, non che seleziona. A Rimini abbiamo scelto di investire quasi sette milioni di euro ogni anno per garantire questo diritto a centinaia di alunne, alunni e studenti con disabilità. Ma non ci basta contare i numeri: vogliamo contare le storie. Come quella di Nicola, che ci ricorda che l’inclusione non si costruisce con le regole, ma con le relazioni. Questa è la politica che ci interessa: quella che si misura nella qualità della vita delle persone, nella capacità di costruire comunità, nella volontà di non lasciare indietro nessuna e nessuno. E se c’è un luogo dove tutto questo può cominciare, è la scuola.».