Cultura 15:17 | 28/06/2025 - Verucchio

Un sogno lungo 50 anni: a Verucchio apre la Pinacoteca con grandi nomi dell’arte moderna

Lucio Fontana, Emilio Vedova, Giuseppe Capogrossi, Leoncillo Leonardi, Kengiro Azuma, Rocco Borella, Liliana Cossovel, Achille Pace, Mauro Reggiani, Getulio Alviani, Francesco Guerrieri, Lia Drei, Giorgio Bompadre, Franco di Vito, Jean Pierre Vasarely, Bruno Rosai, Carlo Corsi, Gerardo Dottori, Maurizio Minarini, Norberto Pazzini e perfino un piccolo Picasso Sono solo alcuni degli autori delle quasi 200 opere custodite nella Pinacoteca di Verucchio che sarà inaugurata domenica 6 luglio. Ad essere esposti in maniera permanente saranno una sessantina di quadri, mentre i restanti saranno a disposizione per iniziative ad hoc. Un patrimonio straordinario che si è andato accumulando per una serie di felici circostanze fin dagli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, grazie a Gerardo Filiberto Dasi – fondatore a Verucchio del Centro “Pio Manzù” – e alla sua amicizia con gli storici dell’arte Lionello Venturi Giulio Carlo Argan.

Le opere sono collocate al piano nobile del palazzetto ottocentesco che ospitava il medico condotto del paese. L’interno dell’edificio, decorato con affreschi, è stato recuperato dopo un meticoloso e accurato restauro curato dal team guidato dalla dottoressa Adriana Malpiedi di Macerata. Un investimento di oltre 600 mila euro, per più 200 mila finanziato dalla Regione Emilia-Romagna,

“Il piano nobile era costituito originariamente da due stanzette affrescate: la prima, che nel tempo era stata ricoperta da calce bianca, è stata riportata all’antico splendore. Nella seconda, sono state recuperate le tracce rimaste perché gli affreschi del soffitto sono purtroppo andati irrimediabilmente persi a causa di un crollo. E’ stato un lavoro accuratissimo per cui sono occorsi mesi” spiega l’architetto Giovanna Giuccioli che ha coordinato i lavori assieme a Giulia Rossi.

Oltre ai due ambienti, l’intervento complessivo da oltre mezzo milione di euro iniziato nel 2019, che ha dovuto subire anche i ritardi dovuti alla pandemia, ha visto il recupero di un grande salone con travi a vista dotato di pavimento a parquet, il rifacimento dell’impiantistica elettrica, idraulica e di riscaldamento e la realizzazione di bagni a norma e di un montascale per abbattere le barriere architettoniche consentendo l’accesso ai disabili.

L’Istituto Beni Culturali dell’Emilia Romagna ha completato la catalogazione delle quasi 200 opere di proprietà del Comune che è possibile vedere anche online sul sito dell’Ibc Regione Emilia Romagna.