Cultura 12:27 | 11/07/2025 - Rimini

Venerdì 18 luglio, alle 18,00, al Bagno Tiki 26  la presentazione del libro "Onorevole Parolaccia" di Benedetta Cicognani  

Venerdì 18 luglio, alle ore 18, il Bagno Tiki 26 di Rimini (Lungomare Claudio Tintori, 30/A) ospiterà la presentazione del libro ‘Onorevole Parolaccia. Perché il turpiloquio ha conquistato il linguaggio politico’, scritto da Benedetta Cicognani e pubblicato da FrancoAngeli, con la prefazione di Roberto Cammarata. L’autrice dialogherà con Stefania Parmeggiani, firma del Venerdì di Repubblica. Un titolo ironico per affrontare una questione molto seria: come si è passati da un linguaggio istituzionale, alto e misurato, ai meme urlati, agli insulti in diretta, agli slogan semplificati in 140 caratteri?  

Insieme all’autrice, interverranno due figure che conoscono bene i toni della politica italiana, Sergio Pizzolante e Sergio Gambini, per ragionare su “La politica dell’insulto”, per riflettere su come l’aggressività verbale sia diventata parte integrante del vocabolario politico e istituzionale.  Attraverso casi celebri, excursus e qualche aneddoto gustoso, si indagherà il potere dell’invettiva nel creare consenso, il bisogno di individuare un nemico pubblico e la trasformazione del confronto politico in una piazza virtuale, dove tutti parlano a voce alta ma pochi si ascoltano davvero. Sarà presente il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, che porterà i saluti istituzionali. Modera l’incontro la giornalista Patrizia Lanzetti mentre Serena Soldati, consigliera comunale di Lista Jamil Rimini Rinata, presenterà il Manifesto della comunicazione non ostile, un invito a riscoprire il valore della parola come strumento di dialogo e connessione. L’evento si inserisce nella rassegna “Rimini Rinata Incontra” e rappresenta un momento di confronto che unisce contenuto e contesto in modo originale: si parlerà di politica direttamente sulla sabbia, per riflettere con leggerezza, ma senza superficialità, su un problema serio.. 

Ingresso libero.  

Onorevole Parolaccia Come è stato possibile che il turpiloquio e le parolacce siano diventate prassi comune nel linguaggio politico? Che i maggiori protagonisti delle istituzioni abbiano cominciato a sproloquiare in maniera sistematica e a usare l'insulto a mo' di clava contro gli avversari anziché ricorrere a perifrasi più educate? Il libro traccia un filo conduttore che parte dal ventennio fascista, attraversa l'era della Milano da bere di Bettino Craxi, fino alla Seconda Repubblica, con Umberto Bossi, ambasciatore del 'Celodurismo', e Silvio Berlusconi, autore di memorabili barzellette osé. E ancora Beppe Grillo che ha fatto della parolaccia non solo una cifra del suo campionario lessicale, ma l'atto costitutivo del Movimento 5 Stelle, un partito che, di fatto, è stato partorito da un grande Vaffa. A seguire il volume analizza la strategia del negative campaigning di Matteo Salvini, il motto caprino di Vittorio Sgarbi, la retorica sprezzante di Donald Trump e altri episodi emblematici di questo cambio linguistico finalizzato a un eterno show. Attraverso aneddoti, gag e riferimenti storici che vanno dallo scandalo di Mani Pulite alla diffusione dei social media, il volume esplora e indaga l'evoluzione della comunicazione ingiuriosa nel discorso pubblico, soffermandosi sul volto meno bon ton del vocabolario: le parolacce.