Salute 14:50 | 30/06/2025 - Rimini

Donato un fibroscopio di ultima generazione alla Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale Infermi dalla "M.T." di San Giovanni

Un fibroscopio Ultraslim 600, che permette la visualizzazione ottica e l’accesso terapeutico alle vie respiratorie e all’albero bronchiale, in questo caso dei neonati. E’ la generosa donazione effettuata dall’azienda M.T. Srl di San Giovanni in Marignano in favore dell’Unità Operativa di Terapia Intensiva Neonatale-Neonatologia dell’ospedale Infermi di Rimini, dove nella mattinata di lunedì 30 giugno si è svolta la cerimonia di consegna e ringraziamento: ad accogliere i donatori, oltre ai professionisti del reparto, guidati dalla direttrice Gina Ancora, e alla direttrice del presidio ospedaliero Francesca Raggi, anche i vertici dell’associazione La Prima Coccola, che dal 2014 collabora con la TIN di Rimini fornendo alle famiglie supporto materiale, morale e psicologico sia durante la fase del ricovero che dopo le dimissioni e promuovendo raccolte fondi per l’acquisto di macchinari e attrezzatura specifica per il monitoraggio, l’assistenza e la cura dei piccoli neonati.

Per le sue caratteristiche tecniche (dimensioni e potenza del sistema di illuminazione) questo strumento consente di osservare da vicino lo stato di salute dei tessuti interni delle vie aeree e digestive superiori anche nei neonati, permettendo di diagnosticare patologie quali le ostruzioni nei lobi superiori dei polmoni o le stenosi tracheali. 

“In un tubo d’inserzione di soli 2,8 mm di diametro è incorporato un canale operativo di 1,15 mm, che consente di effettuare prelievi citologici e biopsie con strumenti da 1,0 mm – ha spiegato la dottoressa Gina Ancora -. Questo fibroscopio può essere inserito per via orale o nasale sia nei bambini che nei neonati, in presenza di indicazioni che richiedano tale procedura. Nella nostra unità operativa, centro Hub di Terapia Intensiva Neonatale per l’AUSL Romagna che ricovera circa 800 neonati per anno, vi sono anche piccoli con patologie chirurgiche o malformazioni complesse che possono coinvolgere le vie aeree. Le procedure diagnostiche con il fibroscopio in questi casi possono essere eseguite sia al letto del paziente nella TIN-Neonatologia di Rimini che in sala operatoria, in collaborazione con il team multidisciplinare composto da anestesisti, chirurghi pediatri, pneumologi ed otorinolaringoiatri, grazie al kit di trasporto. Rispetto alla strumentazione ad oggi in uso, tale fibroscopio rappresenta un’importante evoluzione in quanto di ultima generazione rispetto alla precedente e in grado di essere utilizzato anche per interventi di disostruzione bronchiale oltre che per diagnostica. Grazie a questa implementazione, la TIN-Neonatologia di Rimini completerà la dotazione in essere, potendo eseguire procedure su un maggior numero di pazienti. sia neonatali che pediatrici, compresi quelli con patologie oncologiche. Con questa donazione si avrà inoltre modo di realizzare protocolli d’intervento specifici in grado di soddisfare tutte le situazioni di emergenza pediatrica nel pieno dei requisiti di sicurezza e soccorso, in linea con le normative di riferimento”.

“L’ospedale di Rimini è quello che in Romagna raccoglie il maggior numero di donazioni e questo ci inorgoglisce – ha sottolineato Francesca Raggi - perché significa che oltre alla generosità dei riminesi in tutto il territorio c’è una sostanziale fiducia nei confronti dei professionisti di questo ospedale polispecialistico, che nell’ambito dell’area vasta ha prettamente la vocazione materno-infantile. La tensione verso l’eccellenza è determinata dall’impegno quotidiano degli operatori, aiutato anche dalla vicinanza e dal sostegno di donatori e associazioni che rendono tutto più semplice”.

Fondamentale in tal senso l’apporto dell’associazione La Prima Coccola, rappresentata nell’occasione dal presidente Alessandro Marchi, dalla vice presidente Chiara Soldati e dalla tesoriera Barbara Vannoni. “Per noi è un grande onore, oltre che uno sforzo notevole, ma incontrare persone come Gianluca Marchetti e la sua famiglia ci ripaga e gratifica – ha sottolineato Alessandro Marchi - A chi mi chiedeva all’inizio perché lo facevo, ripetevo: ‘sono sicuro che incontrerò persone molto migliori di quello che il mondo ci sta descrivendo’ e questa giornata conferma quelle che erano le speranze mie e di tutta l’associazione. I sorrisi, gli abbracci e gli occhi dei genitori e delle famiglie che aiutiamo sono la ricompensa più grande per noi, guidati dalla dottoressa Ancora e dalla sua equipe ospedaliera, il nostro primo grande esempio per l’impegno e passione che mettono nel loro lavoro. La nostra può essere considerata una missione ma alla fine è anche un grande piacere”.