Il neo-patron del Rimini Fc, Nicola Di Matteo, dopo l'interrogazione del deputato Andrea Gnassi invia questa nota:
"In riferimento all’interrogazione al Governo del deputato del Partito Democratico, Andrea Gnassi, ex sindaco della Città di Rimini dal 2011 al 2021, sottoscritta dagli onorevoli Mauro Berruto, responsabile Sport, e Debora Serracchiani, responsabile Giustizia, del Partito Democratico, il Gruppo rappresentato dall’imprenditore campano, residente in Emilia-Romagna da oltre 40 anni, Nicola Di Matteo, nella sua persona - si legge nella nota -, tiene a precisare quanto segue: “nella mia vita ho agito sempre e soltanto nel rispetto della Legge, dello Stato Italiano, della legalità e soprattutto della moralità e delle Istituzioni. Ad oggi il Gruppo rappresentato dallo scrivente ha esborsato per il Rimini F.C. la bellezza di oltre duecentocinquantamila euro, dimostrando, con i fatti, l’amore per questa squadra e principalmente per tutta la Città di Rimini. L’intento del Gruppo rappresentato dallo scrivente è quello di salvare questo meraviglioso Club da un drammatico fallimento societario e riportare in auge i colori biancorossi. L’essere di origine campana non rappresenta per il sottoscritto una scriminante e/o un epiteto razzista, ma l’orgoglio di chi, “emigrato” al nord molto giovane, partendo da umili origini, è riuscito a crearsi una vita degna e ricca di soddisfazioni, non da ultima quella di poter diventare, con orgoglio, il Presidente del Rimini Football Club (squadra che ho da sempre sognato e fortemente voluto).
Se essere innamorato della Città di Rimini, del Calcio e della vita è un reato, lo scrivente allora si ritiene certamente colpevole. Se per qualcuno invece, che rappresenta la maggioranza della popolazione e le Istituzioni, le mie origini campane, la mia passione smisurata per il Calcio e l’amore che ho già manifestato con i fatti per la squadra e la Città di Rimini, possono diventare un problema, mi ritengo pronto a “passare la mano” ritirandomi immediatamente, ahimè da questa avventura, con tutte le conseguenze del caso. In un momento così delicato per il Calcio a Rimini, dove l’unione della popolazione e delle Istituzioni tutte dovrebbe rappresentare la normalità e soprattutto la forza di chi vuole stringersi attorno ad una squadra che sta lottando sul campo per ottenere una miracolosa salvezza, dovrebbe essere la logica e la consuetudine. Si continua invece a supporre congetture ed inesistenti illazioni, che per quanto attengono lo scrivente sono del tutto infondate, frutto di fantasia, prive di fondamento alcuno e che servono solo e soltanto a destabilizzare un ambiente già evidentemente compromesso ed in sofferenza che in questo particolare momento invece avrebbe solo e soltanto bisogno di manifestazioni di amore, di affetto, di fiducia, di attaccamento alla squadra, ai colori biancorossi, alla Città di Rimini e al Rimini Football Club.
Da ultimo, è importante per me ribadire che ho intrapreso questo percorso per amore verso questa Città e questo Club e, di conseguenza, ove dovessero ripetersi manifestazioni di disprezzo, discriminazione e avversione nei miei confronti mi vedrò inevitabilmente costretto a ritirarmi a vita privata, dal momento che inizio ad essere veramente stanco di subire sentenze di condanna nei miei confronti, mai pronunciate da chicchessia, di ricevere trattamenti ingiusti ed inappropriati e sopra ogni cosa e più di tutto nel dare senza ricevere neanche quel minimo di riconoscenza, gratitudine che dovrebbe rappresentare la normalità nei confronti di chi ha già investito tempo e denaro per il bene di una Città e della sua squadra più rappresentativa".
In fede,
Nicola Di Matteo

Max 17° 




















