Cronaca 15:23 | 15/11/2025 - Valconca

Antico Mulino Zoli abbattuto a Saludecio, Italia Nostra invia accesso atti alla Soprintendenza di Ravenna

"Nonostante l’appello disperato giunto in extremis non siamo riusciti a fare chiarezza sulla sconcertante vicenda dell’antico Mulino Zoli di Saludecio".  Lo dice in una nota Italia Nostra sezioni di Forlì, Valmarecchia e Ravenna

"Grazie, anche stavolta, all’uso scellerato dei fondi PNRR, il Mulino è stato raso al suolo pochi giorni fa. Sulle sue macerie, praticamente aa ridosso di una trafficatissima provinciale, dovrebbe sorgere un asilo. Ci si chiede, tra le altre cose, come sia stato possibile autorizzare, dal punto di vista del disturbo acustico, il progetto di una simile delicata attività. 

L’aggraziato edificio, antico di oltre cento anni, posto in un punto strategico del borgo di Saludecio, rappresentava una piccola ma preziosa testimonianza di “archeologia industriale” e venne acquistato poco dopo la sua dismissione da una illuminata precedente amministrazione comunale che auspicava la sua conservazione e la creazione di un polo culturale e documentale sulla storia dei mulini e sulle tradizioni agricole delle fertili vallate riminesi, al contempo aperta alle produzioni e alle attività contemporanee. Più di cento anni di storia cancellati in poche ore dalle ruspe, come si usa dopo un bombardamento. 

Non sono lontani i tempi in cui amministrazioni comunali e regionali stilavano regolamenti urbanistici per consentire la conservazione non solo dei monumenti, ma anche del tessuto edilizio minore e degli antichi fabbricati rurali sparsi delle campagne, degni di essere conservati al pari dei palazzi, poiché custodi di forme funzionali e perfette create nel corso di centinaia di anni dalla sapienza dei mastri costruttori. Un patrimonio di cultura materiale immenso ed immagini da “cartolina” che rendevano aggraziato ogni borgo italiano, anche nelle sue parti più umili. Certamente il Mulino Zoli rappresentava la “cartolina” dell’ingresso principale a Saludecio, e, una volta recuperato, avrebbe fatto bellissima mostra di sé ed un ottimo servizio alla cittadinanza. 

La tendenza attuale, nel brutale consumo di suolo, di materie prime e di memoria, figlia di amministrazioni e progettisti sempre più disattenti, poco preparati ed insensibili, e di costruttori insofferenti, è di azzerare tutto ciò che invece, fino a pochi anni fa, si cercava di conservare, recuperare, valorizzare. 

Dove dovrebbe sorgere un luogo per educare, lì si abbatte, si dimentica, si cancella per sempre, senza alcun rispetto per la storia e per chi l’ha scritta prima di noi. 

Italia Nostra, con molto rammarico per non aver potuto fare di più, ringrazia chi ha segnalato il caso ed ha inviato una richiesta atti alla Soprintendenza di Ravenna per capire in base a quali elementi abbia potuto autorizzare l’abbattimento, dal momento che il Mulino, essendo di proprietà pubblica e decisamente antico, era vincolato per legge".

(foto arch. Giuliano Chelotti)