Ricattati a pagare circa 3mila euro a testa per evitare di veder pubblicato sul web il rispettivo video che li ritrae in atti di autoerotismo. Sono un riminese di 25 anni e un milanese di 26 sono finiti in una trappola a luci rosse. L'indagine dei carabinieri risale al marzo 2023, dopo la denuncia del riminese, stanco di essere ricattato da colui che oggi è imputato in un processo per estorsione aggravata in concorso con altri rimasti ignoti, che si svolge con rito abbreviato davanti al gup di Rimini. Secondo la ricostruzione dei militari che hanno condotto le indagini, i due ragazzi vengono con dei messaggi trappola in un canale Telegram a luci rosse, dove si scambiano messaggi piccanti con una ragazza avvenente e provocante. La ragazza spedisce per prima un suo video intimo, chiedendo poi ai due ventenni di fare altrettanto. Entrambi cadono nel tranello e, avviata la fotocamere del proprio smartphone, si filmano mentre compiono atti di autoerotismo. Non sanno che dall'altra parte qualcuno è pronto a registrare la loro performance per poi ricattarli di diffonderla sul web. E' a quel punto che iniziano le continue e pressanti richieste di denaro: prima 100, poi 500, 900 e infine 1.500 euro che le vittime sono costrette a pagare attraverso bonifici o ricariche dirette a carte prepagate intestate a persone ogni volta diverse. Ma il giovane riminese stufo di pagare si rivolge ai carabinieri. Le indagini portano come presunto responsabile ivoriano residente nel Milanese di 30 anni Nella sua abitazione sequestrate anche una quindicina di prepagate appartenenti ad altri soggetti. Nei confronti dell'imputato, difeso dall'avvocato Umberto De Gregorio del foro di Rimini, il pubblico ministero Luca Bertuzzi ha chiesto una condanna a 3 anni e 10 mesi di reclusione. Il prossimo 21 febbraio, parola alla difesa e sentenza del giudice.
Cronaca
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