Cronaca 14:56 | 01/11/2025 - Valconca

San Clemente: domani 2 novembre la cerimonia di posa della targa in memoria di don Oreste Benzi

Sapeva parlare al cuore delle persone. E, soprattutto, sapeva farsi ascoltare e comprendere. Non c’è un’unica definizione per ciò che è stato e ha rappresentato don Oreste Benzi. La pubblicistica in oltre 50 anni gli ha dedicato centinaia e centinaia di articoli, raccontando il suo umile viaggiare all’interno delle comunità: anche quelle più sole e disperate. 

Nel Centenario della nascita, il Comune di San Clemente, in accordo con la Fondazione Don Oreste Benzi, dedica all’illustre concittadino, nato in un umile casa di via Fagnano, una targa in memoria collocata nel piazzale antistante il cimitero di San’Andrea in Casale. 

La cerimonia, in programma domani, domenica 2 novembre, dalle ore 10, vedrà accanto alla Sindaca Mirna Cecchini e ai componenti della Giunta e del Consiglio comunale, i rappresentanti della Fondazione che da un anno a questa parte cura tutte le iniziative del Centenario.

Dotato di un forte carisma personale e sostenuto da un’incrollabile senso della giustizia, don Oreste non fu semplicemente il “prete dalla tonaca lisa”, come qualcuno ebbe a descriverlo. Bensì colui che, percorrendo migliaia di chilometri ogni anno, si fa presenza attiva e aiuto concreto tra le sofferenze più indicibili. Accogliendo, proteggendo e ridando speranza a quanti vivono dimenticati ai margini della società. L’uomo di Chiesa che affronta i “potenti” armato soltanto del suo  linguaggio immediato e sferzante. 

Fondatore e guida della Papa Giovanni XXIII, in molti lo ricordano al lavoro incessante nella sua parrocchia, quella della Grotta Rossa a Rimini. O, ancora - mai accaduto prima - in mezzo alle prostitute nigeriane; incontrate di notte, non senza pericolo, nelle periferie delle città. Donne soggiogate dalla paura, alle quali don Oreste si rivolge con l’obiettivo di liberarle dalla schiavitù di cui sono vittime. Oppure tra i giovani tossicodipendenti e gli emarginati “dagli occhi ormai spenti”. Uomini e donne che lui, e i suoi instancabili collaboratori, avvicinano ovunque ce ne fosse bisogno, porgendo loro le mani della possibile rinascita. 

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