Il Green Festival San Marino, oltre ad essere un testimone virtuoso del Titano nell’ambito della sostenibilità, continua a tessere e ad alimentare incontri strategici, mantenendo relazioni costanti con ricercatori e realtà di altissimo livello. Dai Microrganismi Effettivi con Vanni Ficola a Stefano Mancuso nel solo mese di ottobre.
San Marino è stata invitata, attraverso Gabriele Geminiani, ideatore del Green Festival San Marino e Montefeltro, alla 1° Conferenza Italiana Sulla Tecnologia EM (Microrganismi Effettivi), tenutasi lunedì 20 ottobre presso il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche Microbiologia agraria, alimentare e ambientale della Facoltà di Agraria di Perugia. L’evento è stato organizzato dal dott. Vanni Ficola, massimo esperto in Italia della Tecnologia EM, di cui è consulente ufficiale, oltre ad essere amico storico del Green Festival San Marino, dove ha portato più volte i suoi contributi scientifici.
La tecnologia EM, si basa sui Microrganismi Effettivi EM, un pool microbico messo a punto più di trent’anni fa sull’isola Giapponese di Okinawa, dal professore di agraria Teruo Higa e dai suoi collaboratori.
La loro azione è davvero versatile, ma sicuramente hanno settori di applicazione già avviati e di comprovata efficacia, come l’agricoltura in cui contribuiscono alla rigenerazione dei terreni impoveriti della loro frazione biologica, abbattendo così l’uso di pesticidi e migliorando la resa e la qualità organolettica e nutrizionale dei prodotti. Altro settore è la depurazione di bacini e acque stagnanti che con gli effetti dell’innalzamento delle temperature per il surriscaldamento globale e dei nutrienti, attraverso l’inquinamento antropico delle acque, sono soggetti a proliferazioni algali e di cianobatteri che producono tossine neuro ed epatotossiche pericolose per l’ecosistema acquatico come per l’uomo. Gli EM con la loro azione sinergica, trasformano ogni ambiente in un ecosistema più sano, vitale e armonioso.
Il contributo all’incontro di Gabriele Geminiani, è stato per lo più una riflessione che ha collegato i Microrganismi Effettivi con l’Intelligenza Artificiale, anche in virtù di uno scambio fatto un paio di settimane prima in occasione del Festival del Giornalismo Culturale di Urbino con il neurobiologo vegetale Stefano Mancuso, anche lui frequentatore del festival sammarinese. Partendo proprio dal presupposto che i Microrganismi Effettivi, a differenza dell’AI, ragionano e operano in maniera diversa da noi, dalla logica umana, e forse proprio per questo risultano efficaci nel dare risposte ai problemi causati dall’uomo.
Di qui una sintesi sulle potenzialità dell’Intelligenza Artificiale nel contribuire alla lotta ai problemi ambientali con Geminiani che dice: “L’utilizzo della Intelligenza Artificiale potrebbe essere un toccasana se il nostro modo di ragionare non avesse pecche, ma in realtà le pecche ci sono, poiché abbiamo gli stessi appetiti insaziabili dell'uomo del Neolitico, come ha ricordato Mancuso.Ma a differenza dell’homo sapiens abbiamo strumenti efficientissimi per realizzarli. Quindi in questo senso la AI rappresenta uno strumento che rischia di amplificare le nostre aspirazioni, secondo un modo di ragionare che asseconda le modalità con le quali opera la “tecnica”, autentica padrona e distruttrice del sistema in cui “viviamo”.
Mancuso afferma chiaramente che dovremmo adottare non l’AI, ma l'intelligenza naturale, prendendo come modello le comunità vegetali nelle modalità che hanno di difendere la specie.
Il Regno delle piante porta avanti tutti i suoi membri, perché in un’ottica di cambiamento dei fattori fisici e climatici non si può sapere nell’ambito di tutti i soggetti, anche i più fragili, chi porterà avanti la specie, adattandosi meglio ai cambiamenti. Loro sanno bene che se si mette l’individuo al centro si rischia di cadere tutti, mentre mettendo al centro la specie cioè la comunità, non lasciando nessuno indietro, ci si salva tutti. Mancuso fa l’esempio di come un ceppo privo di foglie, cioè non in grado di svolgere qualsiasi azione metabolica di nutrimento, riesce a sopravvivere in quanto le piante intorno a lui, attraverso le loro radici fanno sopravvivere il ceppo.
E in questo senso aiutano la sopravvivenza della specie stessa. E Mancuso quel giorno ci ha lasciati e con una frase emblematica, in antitesi con i paradigmi e le ingiustizie sociali che caratterizzano la "civiltà" umana: In una comunità di piante una pianta infelice non esiste”.

Max 17° 




















