I dati dell’Osservatorio “Il lavoro delle donne, dalla scuola alla pensione”, curato da CRILDA – Università Cattolica e presentati al Forum nazionale sulle politiche di genere, confermano un quadro articolato: l’Emilia-Romagna si distingue per una partecipazione femminile al lavoro tra le più alte in Italia, ma il divario retributivo e pensionistico resta profondo. Le disuguaglianze di genere continuano a condizionare percorsi professionali e autonomie economiche lungo tutto l’arco della vita.
Italia, Europa, Emilia-Romagna
• In Italia, l’occupazione femminile è al 56,4%, contro una media UE del 69%.
• Il gender pay gap a fine carriera supera il 30%, con effetti diretti sulle pensioni.
• In Emilia-Romagna, l’occupazione femminile raggiunge il 65%, ma persistono squilibri nei ruoli apicali, nel part-time involontario e nella distribuzione del lavoro di cura.
Rimini: partecipazione alta, ma settori fragili
Nella provincia di Rimini, la presenza femminile nel mercato del lavoro è significativa, ma concentrata in settori come turismo e servizi, spesso caratterizzati da stagionalità e contratti precari. Il gender gap pensionistico supera il 25%, e il lavoro domestico non retribuito continua a gravare in modo sproporzionato sulle donne.
Emilia-Romagna: investimenti per la parità
Nel 2025 la Regione ha stanziato oltre 15 milioni di euro per promuovere la parità di genere e l’occupazione femminile, sostenendo più di 300 progetti su quattro assi principali:
• Accesso al lavoro e carriera
• Certificazione di parità
• Imprenditoria femminile
• Contrasto alla violenza economica
Un investimento che punta a rendere la parità una realtà concreta, non solo un principio.
Il sostegno della Regione ai Centri antiviolenza
è fondamentale riconoscere anche la violenza economica come ostacolo all’autonomia e alla libertà. L’Emilia-Romagna ha costruito una rete di servizi e progetti che fanno la differenza, sostenendo con risorse concrete i centri antiviolenza e le case rifugio.
Nel 2025, sul territorio riminese sono stati stanziati complessivamente 424.186 euro suddivisi in tre filoni di intervento:
• Funzionamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio: Rimini € 202.383, Unione Comuni Valmarecchia € 56.145, Cattolica € 110.970 (totale € 369.498)
• Realizzazione o ampliamento dei centri antiviolenza: Rimini € 15.082, Unione Comuni Valmarecchia € 4.889, Cattolica € 10.241 (totale € 30.212)
• Azioni di prevenzione primaria rivolte alle giovani generazioni: Rimini € 12.218, Unione Comuni Valmarecchia € 3.961, Cattolica € 8.297 (totale € 24.476)
Questi finanziamenti testimoniano l’impegno della Regione nel garantire protezione, accoglienza e prevenzione, ma il cambiamento deve essere anche culturale e nazionale.
Donne e politica: la sfida della rappresentanza
La questione della rappresentanza politica femminile resta un nodo cruciale. In Italia le donne sono circa il 36% alla Camera e il 34% al Senato, percentuali inferiori alla media europea. In Emilia-Romagna la presenza femminile è più alta rispetto ad altre regioni, ma ancora insufficiente nei ruoli di vertice. Rafforzare la partecipazione politica delle donne significa dare più forza alle politiche di parità e rendere la democrazia più completa.
“Se le donne non siedono nei luoghi dove si decide – conclude Emma Petitti - la loro voce resta più debole. La rappresentanza femminile è la chiave per costruire politiche inclusive e durature, capaci di cambiare davvero la società. La parità non è una concessione: è una condizione di giustizia sociale e di crescita per tutta la comunità. Per questo investiamo risorse concrete, come i 424mila euro destinati ai centri antiviolenza nel riminese, perché la libertà e la sicurezza delle donne sono il fondamento di una società più giusta.”
Politica
12:33 | 14/11/2025 - Riccione

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