Il Partito Democratico di Rimini esprime grande soddisfazione per l’approvazione unanime da parte della Commissione Giustizia della Camera della nuova formulazione dell’art. 609-bis, che definisce chiaramente che ogni atto sessuale senza consenso libero e attuale costituisce violenza. Questa riforma, attesa da anni, segna un cambiamento fondamentale per la protezione delle vittime, mettendo al centro la libertà di autodeterminazione e allineando il nostro Paese agli standard della Convenzione di Istanbul. La notizia giunge a pochi giorni dalla Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, rafforzando il messaggio che la lotta contro la violenza di genere non è solo un impegno simbolico, ma una vera e propria responsabilità giuridica, politica e culturale. In questa occasione, il PD di Rimini sottolinea la rilevanza della collaborazione istituzionale tra il Partito Democratico e Fratelli d’Italia, che, mettendo da parte le differenze politiche, sono riusciti a convergere su un tema fondamentale come quello dei diritti e della protezione delle persone. Questo esempio di lavoro comune dimostra che, quando c'è la volontà politica, è possibile unire forze per affrontare temi cruciali per la sicurezza, la dignità e la libertà delle persone.
«Questa riforma rappresenta un passo storico. Non è più la reazione della vittima o la presenza di forza fisica a definire il reato, ma il rispetto del consenso. Un principio semplice, umano e necessario», dichiarano Giacomo Gnoli, Segretario PD della Città di Rimini, e Yuliana Andrea Trengia, Responsabile Diritti e Politiche di Genere.
La nuova formulazione dell’art. 609-bis è particolarmente significativa perché elimina le ambiguità interpretative. Il consenso deve esserci in ogni momento di ogni singolo atto sessuale, e può essere ritirato in qualsiasi fase di quell’atto. Le vittime non dovranno più dimostrare di aver subito violenza fisica o di aver opposto resistenza. Non dovranno più giustificare il “perché non abbiano urlato, graffiato o reagito abbastanza”. L’attenzione si sposta dalle condotte della vittima a quelle dell’aggressore, che rischia pene severe, con reclusioni da 6 a 12 anni.
L’impegno del PD di Rimini
Il Partito Democratico di Rimini ribadisce la necessità di accompagnare questo importante avanzamento legislativo con l’introduzione di programmi educativi sul consenso e sulle relazioni sane. Inoltre, il sostegno concreto ai centri antiviolenza e l’investimento in politiche locali di prevenzione sono fondamentali per garantire che le vittime ricevano il supporto di cui hanno bisogno.
«Questo è un passo avanti decisivo, ma non l’arrivo. Continueremo a lavorare ogni giorno per una società in cui il rispetto, la libertà e la dignità delle donne siano garantiti e tutelati. Gli strumenti giuridici per il contrasto alla violenza di genere sono già presenti ma occorre vigilare sempre sul loro corretto recepimento e applicazione.», concludono Gnoli e Trengia.

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