Cronaca 14:47 | 30/07/2025 - Rimini

Impresa edile a conduzione familiare con documenti falsi: tre moldavi arrestati dalla Polizia di Stato

L’Ufficio Polizia di Frontiera di Rimini continua l’attività di contrasto ai fenomeni della contraffazione documentale e dell’immigrazione clandestina nella Provincia.

Nelle prime ore del 29 luglio 2025, personale dipendente in servizio di controllo del territorio di pertinenza, ha proceduto d’iniziativa, al controllo di due veicoli ed all’identificazione degli occupanti. Tre di loro mostravano al personale operante altrettante carte di identità rumene.  I poliziotti, insospettiti dall’aspetto degli stessi, procedevano ad ulteriori approfondimenti,  tirando in causa gli esperti di falso documentale in forza all’ufficio di Polizia di Frontiera.  Grazie all’intervento del personale specializzato, veniva acclarato come i tre documenti, infatti, fossero stati abilmente contraffatti per celare la propria vera identità e nazionalità, che invece era moldava. Il livello di falsificazione era talmente sofisticato che riusciva a bypassare anche i sistemi automatizzati di controllo documentale. L’espediente, oltre che nascondere le loro esatte generalità, permetteva agli stranieri di accedere al mondo del lavoro e godere dei benefici giuridici, fiscali e sanitari riservati ai cittadini comunitari ed a quelli regolarmente soggiornanti in Italia, aggirando così le norme di permanenza nel territorio nazionale; infatti, gli stranieri, clandestini, riuscivano a muoversi illegittimamente sul territorio Schengen e superare i controlli di Polizia nel territorio nazionale.

Pertanto, i tre moldavi, di 50, 46 e 22 anni, padre, figlio e zio, sono stati tratti in arresto per il possesso di documenti falsi validi per l’espatrio e condotti il giorno 30 luglio innanzi all’Autorità Giudiziaria che ha convalidato l’arresto e sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Nella stessa giornata, durante i controlli di frontiera, sono stati altresì adottati due provvedimenti di respingimento nei confronti di due cittadini albanesi privi dei requisiti di ingresso, di cui uno inammissibile nel territorio Schengen per essere già stato espulso da un altro Paese membro.  

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