La protesta monta e corre sui social. Genitori infuriati che contestano apertamente il provvedimento di chiusura delle scuole e che stanno organizzando manifestazioni nelle pubbliche piazze: a Rimini, Coriano, Bellaria Igea Marina, San Leo, Cesenatico. Gruppi facebook che in poche ore sono arrivati a circa mille iscritti, un tam tam continuo e costante, addirittura la richiesta di fondi per pagare un avvocato che li patrocini davanti al Tar per un ricorso tendente a bloccare la didattica a distanza e la chiusura delle scuole. Si stanno organizzando da soli, non ci sono partiti, schieramenti, associazioni. Nasce tutto spontaneamente, dalla base che pare abbia intenzione di non assistere più impotente a decisioni che vengono prese dall’alto in barba a famiglie, studenti, genitori che lavorano e Costituzione. Sì, Costituzione. Perché molti di questi genitori ricordano che il diritto all’istruzione è un diritto sancito dalla Carta e che non ha nulla a che vedere con la didattica a distanza.
Segnali di un malessere generale che rischia di esplodere in maniera eclatante e travolgente.