Teneva sotto scacco continuo la propria famiglia. Angherie di ogni genere e abusi compiuti sulla figlia quando ancora non era maggiorenne. Era stata proprio la ragazza a contattare via social l’associazione antiviolenza “Rompi il Silenzio” di Rimini. La povera figliola aveva raccontato in chat le violenze sessuali subìte dal padre ai responsabili dell'Associazione. Ogni volta che la ragazza si rifiutava di sottostare alle voglie del soggetto, la stessa veniva riempita di botte. Stesso destino toccava alla mamma. Almeno una volta la settimana percosse gravi su tutto il corpo pure alla genitrice. La donna era costretta a chiedere l’elemosina, alla sorella minore e al fratello. Per l'uomo di nazionalità rumena, oggi 50enne, al termine dell'indagine della Squadra Mobile di Rimini fu arrestato. Era il 2022. La giovane donna, che adesso ha 25 anni, nonchè i fratelli e la madre erano da tempo vittime di un padre violento e senza scrupoli. Al centro dei suoi malati desideri sessuali era finita la figlia maggiore, che dagli 11 ai 13 anni è stata più volte molestata e abusata. Le violenze avvenivano quando i due rimanevano soli, all’interno delle mura domestiche come all’esterno. Nel corso dell'udienze, che si celebrano con rito abbreviato, è stata sentita la sorella minore, l'unica che finora aveva protetto il padre dalle accuse dei familiari. La giovane, durante una audizione protetta, ha pure lei accusato il genitore, svelando di essere stata minacciata di morte proprio dal padre se avesse raccontato la verità. Il gup Raffaele Deflorio ha fissato la prossima udienza al 16 luglio per le repliche della difesa e la lettura della sentenza. Il Pubblico Ministero Davide Ercolani ha chiesto per questo personaggio una pena complessiva a 12 anni di reclusione.
Cronaca

13:47 - Rimini