Dunque hanno un volto i criminali che hanno teso una corda di gomma tra due pali della luce a due passi dalla caserma della Polizia Locale lungo la via Andrea Costa. Ci auguriamo presto che abbiano anche un nome e che possa rompersi – almeno una volta e per un fatto così grave – la cortina di silenzio e di privacy che avvolge questi maledetti che di notte vanno in giro nella più completa libertà di movimento terrorizzando o tentando di ammazzare la gente.
Ci rivolgiamo al sindaco Parma che, pubblicamente, ha detto che ci sono i filmati invitando questi criminali a costituirsi. Sanno chi sono e farebbero bene a denunciarli pubblicamente perché costoro hanno tentato di uccidere una ragazza che ha avuto un’unica colpa: passare di lì in motorino prima di una macchina o di un altro mezzo ancor più grande che quella corda probabilmente avrebbe divelto con il peso e la forza di spinta. Lei, poverina, no. E’ stata disarcionata dalla sella, è finita a terra con una tibia frantumata, ferita in ogni parte del corpo. E, brutto a dirlo, le è andata anche bene perché ha rischiato di morire mentre i creatori di questa arma letale magari se la ridevano dandosi il cinque per l’impresa riuscita.
Non bisogna avere pietà. No. Lo diciamo serenamente, senza paura. Questi mascalzoni meritano la galera dopo la pubblica denuncia. Anche se sappiamo che non ci finiranno mai. Evitiamo almeno che finisca tutto nell’omertà di una legge che ripara i delinquenti offrendo loro incolumità e tutele soprattutto se minorenni.
La gente, però, ha diritto di sapere. Lo pretende, stavolta. E pretende anche che chi ha più volte detto dal Palazzo comunale che a Santarcangelo “è tutto sotto controllo” e che “sono casi isolati quelli che succedono di notte” chieda pubblicamente scusa.
Il problema esiste, purtroppo. Inutile nasconderlo o far finta di niente. In questo paese, che è una gemma preziosa per la sua bellezza e per il suo senso civico, ci sono frange non solo di balordi ma anche di delinquenti che imperversano addirittura sfidando le pubbliche autorità. Perché solo di sfida si può parlare quando si costruisce una trappola mortale a due passi dalla caserma della Polizia Locale. Quasi a dire: “Guardate come siamo bravi, ve la facciamo sotto il naso e non ve ne accorgete nemmeno”.
In attesa di potervi dare più particolari possibili sugli autori già individuati (e vi promettiamo che lo faremo, sollecitando fin da ora gli organi preposti ad una collaborazione totale) insistiamo nell’affermare che è sbagliato parlare di “bravata” o di “fattaccio”. Ha ragione il consigliere Fiori della Lega, questa non è opera di quattro ragazzini balordi e ubriachi che tirano pietre sulle case del paese vecchio. Purtroppo è molto di più. La ragazza poteva morire, c’è mancato poco. E per fortuna che qui “è tutto sotto controllo”.
Vitt. Pie.