Cultura 16:00 | 09/07/2025 - Rimini

Voci allo Specchio. La poesia è l'albero. Francisca Paz Rojas legge Gabriela Mistral. Venerdì 11, ore 21,00 Corte della Biblioteca Gambalunga

Voci allo specchio, la rassegna di poesia della Biblioteca Gambalunga curata da Sabrina Foschini, quest’anno si concentra sull’opera di autrici premiate con il Nobel per la letteratura. Dopo Wislawa Szymborska, il secondo appuntamento in programma venerdì 11 luglio (ore 21) alla Corte della Biblioteca Gambalunga condurrà nell’universo letterario e biografico della poetessa cilena Gabriela Mistral (1889-1957), che ricevette il prestigioso riconoscimento nel 1945. Nella motivazione della giuria si legge che la “sua poesia lirica, ispirata da emozioni di grande forza, ha fatto del suo nome un simbolo delle aspirazioni ideali dell’intero mondo latinoamericano”, mondo di cui si è fatta eco sincera e tenace, anche dopo il trasferimento negli Stati Uniti.

A parlare di lei sarà la connazionale Francisca Paz Rojas e nel suo caso il rispecchiamento compie un cerchio perfetto d’andata e ritorno, reinterpretando in italiano, le poesie nate nella loro lingua madre. Le radici sono le stesse e la poesia è insieme albero maestro, e genealogico, tributo di generazioni e restituzione di una comprensione giocata sui versi originali.

Gabriela, che prende in prestito il suo nome d’arte da Gabriele D’Annunzio, è in verità una poetessa poco conosciuta nel nostro paese, complici le traduzioni non sempre smaglianti e aggiornate, per cui la mediazione appassionata di un’autrice contemporanea diventa un’occasione preziosa di conoscenza. La spiritualità profonda di Mistral, intrisa dei riti della natura si è sempre legata anche alla concretezza delle istanze sociali, alle rivendicazioni per un’istruzione accessibile a tutti, ai diritti di affermazione delle donne in una realtà discriminatoria, che in molti casi l’ha limitata in prima persona. La vita, le passioni, le lotte, i lutti, confluiti nell’arte eloquente della sua poesia ci saranno restituiti in un ritratto lucido e privo di retorica, che punta al nocciolo crudo delle parole.

Francisca Paz Rojasè nata a Santiago del Cile. Vive in Italia da diversi anni, si occupa di poesia e letteratura ispano-americane. Ha condotto laboratori di scrittura e linguaggio teatrale rivolti a bambini e bambine delle scuole elementari e a donne migranti, attualmente è docente di lingua e cultura spagnola alle scuole superiori. Ha tradotto poesia dallo spagnolo all’italiano e viceversa. Ha studiato Lingue e letterature straniere e ha ottenuto un dottorato di ricerca presso l’Università di Bologna. Sono state pubblicate sue poesie in diverse riviste e in volumi di studi di italofonia in Italia e in Francia come “Parole di frontiera”, “Sempre ai confini del verso”, “Dire il dolore” ecc. Ha collaborato nella rubrica “Italieni” della rivista Internazionale e in blog di attualità intercultura. Ha pubblicato studi critici su poeti ispano-americani in riviste e volumi specialistici in Italia e all’estero Nel 2008 ha vinto il premio per scrittori migranti “Popoli in cammino”, sezione inediti e nel 2009 ha pubblicato la raccolta poetica Arsenale (Zona Editrice). Fa parte della Compagnia delle poete. Ha ricevuto nel 2020 una menzione nel premio di poesia della città di Como, sezione inediti, con una selezione della raccolta Del non sapere, Transeuropa (2023). Sue poesie sono incluse nell’antologia Il petalo e la spina/la fiaba nella poesia femminile a cura di Sabrina Foschini e Andrea Sirotti, Le Lettere 2025. Esa luz mala è il titolo di una raccolta di prossima pubblicazione in lingua spagnola.

Gabriela Mistral, pseudonimo di Lucila de María del Perpetuo Socorro Godoy Alcayaga nasce nel 1889 a Vicuña, magico paesino nel cuore delle Ande. Insegnante, poetessa, giornalista, femminista, instancabile viaggiatrice, Gabriela Mistral è stata la prima tra i letterati sudamericani – e a oggi l’unica donna del Sud America – a ricevere il Premio Nobel per la Letteratura, il 10 dicembre del 1945. Tra i suoi alunni ci fu anche il futuro poeta Pablo Neruda. Ispirandosi al nome dei poeti che amava di più, Gabriele D'Annunzio e Federico Mistral, scelse lo pseudonimo di Gabriela Mistral per firmare i Sonetos de la Muerte (1914). Tra le sue opere principali: Desolación (1922); Lecturas para Mujeres (1923), Ternura (Tenerezza, 1924); Tala (1938); Antología (1941).

Ingresso libero

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