È entrato in vigore l’Accordo bilaterale tra Italia e Albania in materia di sicurezza sociale. L’intesa rappresenta un passo importante per rafforzare i diritti sociali dei cittadini che hanno lavorato o lavorano nei due Paesi, inclusi rifugiati, apolidi e i loro familiari.
Lunedì 4 agosto, alle ore 18:30, la CGIL di Rimini promuove un’iniziativa pubblica di approfondimento con Alesia Kaculi, Responsabile del Patronato INCA CGIL di Tirana, e Anna Maria Bilato, della Presidenza Nazionale del Patronato INCA CGIL. L’evento si terrà nel Salone Adriano Polverelli della CGIL (Rimini via Caduti di Marzabotto, 30). L’incontro sarà l’occasione per spiegare nel dettaglio le novità, rispondere ai dubbi e offrire orientamento concreto; le conclusioni saranno affidate alla Segretaria generale CGIL Rimini Francesca Lilla Parco. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con l’associazione AGIMI Rimini Centro. Secondo i dati IRES CGIL la comunità albanese in provincia di Rimini è la più numerosa con 6.600 persone di età media 35 anni, che rappresentano il 17,4% sul totale dei residenti stranieri nel territorio. Si tratta di un dato marcatamente superiore a quello della media regionale che si attesta al 10,2%.
I contenuti principali dell’accordo
L’Accordo garantisce la parità di trattamento pensionistico tra cittadini italiani e albanesi e assicura la portabilità dei diritti previdenziali. Le tutele si estendono alle pensioni di vecchiaia, invalidità e superstiti, alla disoccupazione, alla malattia e maternità, con particolare attenzione ai lavoratori migranti e alle loro famiglie.
Sono previste regole comuni per l’applicazione delle leggi previdenziali, inclusi casi specifici di distacco lavorativo, personale diplomatico, trasporti e navigazione. Il lavoratore sarà, in linea generale, soggetto alla legislazione del Paese in cui svolge l’attività, salvo deroghe concordate.
Pensioni, totalizzazione e prestazioni
Uno dei punti chiave è la possibilità di sommare i contributi versati in entrambi i Paesi (totalizzazione internazionale), a condizione che non siano sovrapposti. Le pensioni già in essere potranno essere esportate senza riduzioni, anche in Paesi terzi. L’accordo disciplina inoltre l’integrazione al trattamento minimo e stabilisce che i periodi inferiori all’anno, se non sufficienti da soli, possano comunque essere valorizzati nel calcolo delle prestazioni.
Per quanto riguarda la disoccupazione, è possibile sommare i periodi assicurativi in Italia e Albania, a patto che gli ultimi sei mesi siano stati lavorati nel Paese da cui si richiede la prestazione.
Malattia, maternità e collaborazione tra istituzioni
Le prestazioni economiche per malattia, maternità e tubercolosi vengono riconosciute attraverso il reciproco riconoscimento delle certificazioni sanitarie e dei periodi assicurativi. L’accordo prevede anche una stretta collaborazione tra l’INPS e l’ente albanese ISSH, semplificando lo scambio di documenti e informazioni grazie a modelli bilingue e canali digitali. Sono inoltre previsti esoneri da imposte, tasse e legalizzazioni consolari per tutta la documentazione necessaria.
L’accordo si applica a tutte le domande presentate dal 1° luglio 2025 e tiene conto anche dei contributi versati prima di tale data. Per molti lavoratori e pensionati si tratta di un cambiamento significativo: viene finalmente riconosciuta la loro storia contributiva transnazionale, con regole chiare e diritti esigibili.