Alla fine dei giochi la ristrutturazione non è mai terminata. Tutti fantasmi ad un certo punto i protagonisti di questa vicenda che parte nel 2023 e vede coinvolto un imprenditore edile riminese di 50 anni. Volatilizzato sparito nel nulla dopo aver incassato cinque bonifici: totale di 100mila euro. Rimasta con un pugno di mosche in mano, una famiglia di brava gente residente a Coriano. Proprio il gruppo famigliare aveva chiesto al riminese il rifacimento di una villetta a due piani nella zona di Riccione. Il legale rappresentante della azienda edile, dopo aver in parte sub-appaltato alcuni branchie dei lavori, come la rimozione di infissi e ringhiere, è scomparso nel nulla. Lasciando una mezza casa smontata. Le parti lese sono state costrette a quel punto a rivolgersi all' Autorità Giudiziaria, attraverso la classica denuncia dettagliata. La Guardia di Finanza di Rimini nel 2023 si è vista consegnare la pratica iniziando quindi le indagini sul caso. Dalla lettura delle carte i militari hanno evinto che la stipula del contratto con la srl, ovvero l'impresa edile locale, prevedeva una quasi globale ristrutturazione dell'immobile per un valore di un milione, così frazionati. Novecento mila euro derivanti dalla cessione del credito di imposta attraverso il cosiddetto superbonus, i restanti 100mila versati in più tranche da chi in questa storia era diventato "vittima". Dopo un anno e passa di telefonate, solleciti e lavori che non proseguivano, la famiglia corianese si è resa conto della truffa. Dalle indagini è poi emerso che la ditta di proprietà di un riminese di 50 anni, non aveva mai presentato richiesta di superbonus e nemmeno le relative pratiche al Comune di Riccione. Mentre i cinque bonifici di acconto, intestati alla società edile, la cui attività è cessata nel 2024, erano stati girati con bonifico sul conto corrente personale dell'amministratore unico, il quale li avrebbe utilizzato a scopo personale come spese dentali, investimenti in borsa, prestiti ad un amico. Arrivati in fondo alla storia. Proprio in queste settimane la Procura della Repubblica di Rimini ha notificato all'imprenditore l'avviso di conclusione delle indagini. Questa potrebbe essere l'anticamente di una eventuale richiesta di rinvio a giudizio. Nell'elenco dei truffati, in testa alla classifica la famiglia corianese. Quindi altri tre clienti, che secondo le indagini, si erano rivolti alla medesima azienda con sede a Rimini. In questo frangente, il denaro consegnato per lavori mai realizzati all'imprenditore "furbino" varierebbero dai 10 ai 15 mila euro pro capite. A questo punto la palla passa al Tribunale per scrivere i titoli di coda alla triste storia e magari vedere di poter recuperare qualche soldo dalle parti offese.
Cronaca

16:00 - Rimini