Cronaca 13:55 | 07/05/2025 - Rimini

False fatturazioni e denaro riciclato. Scatta anche nel riminese il blitz della Guardia di Finanza. Tre milioni sequestrati

E' scattato questa mattina il blitz. Oltre 100 unità della Polizia di Stato e dei militari della Guardia di Finanza sono impegnate nell’esecuzione di 29 misure cautelari e 40 perquisizioni in alcune province dell’Emilia-Romagna, della Campania e della Lombardia: Rimini, Forlì e Ravenna ma anche Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia insieme a Caserta, Napoli e poi Mantova. Complessivamente sono stati sequestrati preventivamente circa 3 milioni di euro. I destinatari dei provvedimenti sono coinvolti, a vario titolo, in un’associazione a delinquere composta da soggetti di origine campana e da numerosi imprenditori presenti sul territorio emiliano-romagnolo, dedita all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti nel settore edilizio per un importo complessivo di circa 24 milioni di euro, nonché al riciclaggio e all’autoriciclaggio degli illeciti proventi conseguiti. Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale per l’Emilia-Romagna coordinato dal Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica e dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Flavio Lazzarini della Procura della Repubblica di Bologna. Ad innescare le indagini è stata la segnalazione, di Poste italiane alla Polizia Postale, relativa a movimentazioni sospette, quantificabili in migliaia di euro e in archi temporali ristretti, di un conto corrente da poco aperto presso una filiale del bolognese. Lunghi e complessi accertamenti e attività tecniche sugli intestatari hanno permesso di individuare un gruppo di persone, composto da imprenditori reali e fittizi nel campo edile, e di ricostruire rapporti e dinamiche. L'organizzazione, che sembra essere legata all’illecito sfruttamento della normativa legata al Superbonus 110%, aveva incentrato i propri affari al core business del riciclaggio e autoriciclaggio del denaro con un meccanismo innescato dal pagamento di false fatture emesse da imprese fittizie nei confronti di quelle realmente esistenti. L’estensione e la complessità delle operazioni investigative hanno richiesto il coinvolgimento coordinato dei Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica di tutto il territorio nazionale e il supporto tecnico del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza. Attraverso articolate indagini finanziarie, intercettazioni ambientali e pedinamenti, è stato accertato che a fronte della ricezione delle fatture false, le imprese operanti in Emilia-Romagna procedevano al loro pagamento tramite bonifico, salvo poi recuperare la somma con il denaro contante messo a disposizione da ambienti criminali campani, decurtata della percentuale fissata per il “servizio” prestato. In questo modo gli imprenditori riuscivano a pagare meno tasse abbattendo fittiziamente i ricavi, oltre a creare provviste “occulte” da reimmettere nel circuito economico. I principali indagati sono stati raggiunti dalla custodia cautelare in carcere e dagli arresti domiciliari, mentre gli altri componenti del sodalizio criminale sono stati destinatari degli obblighi di presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria e dei divieti temporanei di esercitare attività imprenditoriali.

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