Cronaca 12:33 | 03/07/2025 - Rimini

Fillea-CgilEmergenza caldo nei cantieri: bene le ordinanze ma non basta. Ci vogliono informazioni

FILLEA CGIL Rimini, in questi giorni, è impegnata anche nel fornire informazione e supporto ai lavoratori edili impiegati nei cantieri soggetti alle ordinanze regionali e comunali relative a quella che è opportuno definire crisi climatica: un’espressione oggi più che mai necessaria, per superare un certo linguaggio emergenziale che tende a relegare questi fenomeni estremi e precoci a semplici picchi stagionali.

Si può certamente esprimere soddisfazione per l’attenzione dedicata al settore edile in relazione alle fasce orarie di divieto al lavoro, ma tra la norma e la sua concreta applicazione il passo può non essere breve; senza dimenticare che, come in ogni crisi, serve un quadro normativo nazionale e strutturale.

Innanzitutto, l’intreccio tra le disposizioni sul rumore e quelle relative al caldo potrebbe penalizzare proprio i lavoratori edili che, per prassi, operano in cantieri da cui provengono numerosi tipi di rumori, spesso intensi e continui, dovuti alle attività di costruzione e all’uso dei macchinari. In questo senso, è evidente che la limitazione della fascia oraria mattutina contingenta l’attività, con effetti non sempre positivi sulla qualità del lavoro.

Alla luce dell’attuale crisi climatica – e con specifico riferimento al settore edile - sarà necessario affrontare la questione delle priorità da garantire nei territori a vocazione turistica, nonché quella relativa alle implicazioni di filiera: può infatti accadere che determinate lavorazioni possano iniziare solo con l’arrivo di mezzi o materiali che non dipendono direttamente dall’impresa edile. Per questo, in ogni riflessione sulle ordinanze “caldo”, è fondamentale tenere conto anche di questi aspetti.

In tema di controlli, inoltre, l’auspicio è che siano frequenti e adeguatamente distribuiti su tutto il territorio provincialeFILLEA CGIL, nella propria quotidiana e storica attività di “sindacato di strada”, si avvicina e monitora numerosi cantieri, ma non disponendo di potere ispettivo né di un diritto di accesso sancito per legge, può al massimo trasmettere eventuali segnalazioni qualificate agli organi ispettivi pubblici.

Infine – ma non per importanza – la comunicazione istituzionale dovrebbe investire maggiormente nella diffusione delle informazioni relative alle ordinanze “anticaldo”, attraverso i canali ufficiali. Se si parte dall’assunto che stiamo affrontando una crisi climatica che produce un’emergenza legata al caldo, è quanto mai necessario che le comunicazioni istituzionali non si perdano nel mare magnum della promozione turistica estiva, certamente utile ma non prioritaria rispetto alle disposizioni “anticaldo”.

 

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