Tutto esaurito al teatro Astra con persone fuori, allestita in tutta fretta una cassa acustica, per ascoltare le riflessione di Marcello Veneziani su Marx, Nietzsche e il tempo che verrà, in chiusura della rassegna Ecce Homo.
"Chi è il filosofo che più ha inciso nella storia mondiale e nel pensiero politico moderno? Karl Marx. Chi è il pensatore più letto, citato ed effigiato nel nostro tempo? Friedrich Nietzsche. Eccoli, i due autori e profeti che sconvolsero il mondo nel secolo passato, debordando dal pensiero nella vita e nella storia dei popoli. Immaginateli solo per un momento insieme, che si incontrano" cosi esordisce Veneziani durante la sua appassionata lezione. Ma quali sono le grandi differenze? Innanzitutto Marx è un pensatore sociale mentre Nietzsche è un pensatore esistenziale. La visione di Marx è una concezione materialistica, scientifica e dialettica della storia; la visione di Nietzsche è una concezione estetica, musicale, tragica e ludica del mondo. Il materialismo storico di Marx si fa vitalismo tragico in Nietzsche; Marx è un ideologo rivoluzionario, Nietzsche è un biosofo, cioè un pensatore della vita. Entrambi esaltano la lotta, il primato dell’azione, il divenire. Ma cosa resta di Marx e cosa rimane di Nietzsche, cosa è ancora vivo di loro, anche sotto falso nome o false vesti, e quale eredità lasciano al futuro che si profila. Oggi dice Veneziani, i nuovi proletari sono i migranti, l’operaismo cede al femminismo, l’uguaglianza alle diversità, la nuova lotta di liberazione riguarda i repressi, non gli oppressi, il nemico non è il padronato ma il patriarcato, non è più il capitalismo ma la tradizione. Quanto c’è di marxismo in tutto questo? E che legame c’è tra il superuomo di Nietzsche e il Superman occidentale: se “l’uomo va superato”, come profetizzò Zarathustra, il transumano, le mutazioni genetiche, il robot e l’Intelligenza artificiale sono i suoi frutti all’insegna della volontà di potenza? Il loro pensiero nacque all’ombra di Prometeo, ma cosa è successo, Prometeo si è liberato pure di loro, e ora si identifica con la tecnica scatenata, il suo nome si contrae in Proteo e il suo corpo si fa fluido e mutante?"
Domande che mordono sul nostro tempo e delineano un vero e proprio spartiacque. Veneziani invita a usare la loro eredità come strumento critico, non come clava ideologica.

Max 14° 




















