"Mancano pochi giorni a Ferragosto, ma le spiagge della Riviera romagnola sono insolitamente vuote. Più di 150 strutture ricettive risultano ancora libere per il fine settimana solo nel Comune di Rimini, camerieri di bar e ristoranti attendono invano clienti e si trova parcheggio senza difficoltà: una scena surreale, mai vista negli ultimi anni, nemmeno nei periodi della pandemia. I dati parziali parlano chiaro: -20% di presenze rispetto allo standard a cui eravamo abituati.
Il “Sistema Romagna” non regge più. Sono cambiate le esigenze dei turisti, la durata delle vacanze, le modalità di soggiorno. Ma noi siamo rimasti fermi a trent’anni fa, convinti di poter vivere di rendita sui fasti degli anni d’oro, quando la Riviera dettava tendenze, innovazione e quando le famiglie ogni anno tornavano nello stesso albergo e nello stesso stabilimento balneare. Oggi dobbiamo conquistare viaggiatori nuovi ogni anno e i nostri competitor internazionali si sono modernizzati, hanno colmato il divario e ci hanno superati.
Ai visitatori non basta più dormire, andare in spiaggia a prendere il sole, costruire castelli di sabbia, fare un giro sul lungomare o frequentare le poche discoteche rimaste. Vogliono esperienze uniche, contatto con l’entroterra, soggiorni personalizzati, un’ampia varietà di servizi per i bambini e gli animali. Le due settimane di mare si sono trasformate in weekend lunghi, e se la durata supera i tre giorni spesso si preferiscono le case vacanza.
Oltre all’offerta non più adeguata ai tempi la causa di questa crisi è sicuramente legata all’erosione del potere d’acquisto del ceto medio italiano. Il costo della vita quotidiano è aumentato e le famiglie rinunciano a viaggi e vacanze.
Non basterà un’iniezione di denaro pubblico per riqualificare le strutture e rifarci il trucco: serve una strategia strutturale.
• Restituire libertà d’impresa a chi lavora nel turismo e tagliare la burocrazia che soffoca le imprese affinché possano innovare servizi e prodotti.
• Mettere a gara le concessioni balneari per stimolare concorrenza e migliorare i servizi.
• Eliminare tutte le società di informazione turistica comunali e lasciarne solo una regionale per una promozione di sistema: costa ed entroterra, mare e città d’arte, cucina e sport.
• Taglio della spesa pubblica e ridurre le tasse per lasciare più risorse ai cittadini e agli imprenditori.
Il turismo non si salva con i sussidi, ma con riforme coraggiose, regole semplici e un mercato aperto. Solo così la Romagna tornerà a essere un modello".
Coordinamento regionale Emilia-Romagna Partito LiberalDemocratico | Giorgia Bellucci, Luigi di Placido, Nicolò Compostella, Giovanni De Nardis
Opinioni

12:27 | 28/07/2025 - Riccione