“Come ogni anno, in vista del Primo Maggio, il governo si ricorda del lavoro. Ne parla, lo celebra, lo onora. Ma fino a ieri se n’era dimenticato, così come si è dimenticato di chi muore sul posto di lavoro, di chi viene sfruttato, sottopagato, umiliato. E tra qualche giorno, purtroppo, se ne dimenticherà di nuovo.
La celebrazione del lavoro deve essere un impegno quotidiano, non un rituale di facciata. Serve una politica che risponda ai bisogni reali dei lavoratori, non passerelle. Cosa diremo ai ragazzi che questa estate lavoreranno nel turismo o nella ristorazione, ancora una volta con contratti precari, salari indegni, orari massacranti? Loro mettono sul campo ogni giorno professionalità, impegno, capacità. Noi, come istituzioni, cosa restituiamo loro in cambio?
Torniamo quindi a chiedere con forza l’introduzione del salario minimo legale. È un diritto elementare, una base da cui partire per costruire un Paese giusto, dove i giovani possano crescere, restare e investire nel proprio futuro. Continuare a rifiutare questa misura significa difendere un sistema che alimenta povertà, diseguaglianza e sfruttamento. Il lavoro è dignità. Senza diritti, non c’è nulla da celebrare.”
Così in una nota il senatore pentastellato Marco Croatti.