‘La carenza di lavoratori stagionali nel settore turismo italiano è sempre più grave: stime di Confcommercio parlano di 260mila lavoratori mancanti nel 2025. Sono oltre 11.000 gli addetti mancanti nella sola provincia di Rimini. Questo dato ha ripercussioni sulla qualità dell’offerta e sulla qualità dei servizi, porta ad un aumento dei costi e danneggia l’immagine delle destinazioni turistiche. Se vogliamo affrontare il problema e trovare soluzioni efficaci non possiamo chiudere gli occhi sulle principali criticità del settore: le condizioni di lavoro sono spesso massacranti e gli stipendi sono bassi e fermi da anni. A questo si deve aggiungere il calo demografico e il rifiuto di un modello lavorativo non più sostenibile. I dati ISTAT sulla retribuzione oraria dei dipendenti di alberghi e ristoranti mostrano che dal 2007 a oggi le retribuzioni reali dei dipendenti di hotel e ristoranti si sono ridotte del 10 per cento. Gli stipendi del settore turistico tendono a essere più stagnanti e bassi di tutti gli altri ed inoltre settori come la logistica, la grande distribuzione o l'industria offrono spesso contratti più stabili, salari migliori, orari più regolari e benefit maggiori. Se non comprendiamo questi aspetti non sarà possibile rendere più attrattivo, soprattutto per i giovani, il lavoro stagionale.
Fino ad oggi una parte della politica e il mercato del lavoro hanno preferito scagliarsi contro altre cause; una su tutte il Reddito di Cittadinanza che impediva loro di sfruttare la disperazione dei cittadini più poveri, verosimilmente più disposti a fare gli schiavi. Ora a chi si darà la colpa per poter continuare a proporre turni massacranti, sfruttamento diffuso, paghe da fame? Se vogliamo affrontare il tema della carenza di lavoratori stagionali nel turismo dobbiamo ripensare l’offerta di lavoro, rispondere al cambiamento delle aspirazioni dei giovani che cercano maggiore stabilità, equilibrio tra lavoro e vita privata, riconoscimento e opportunità di sviluppo che spesso trovano in altri settori.
Fondamentale dunque un cambio di paradigma che punti a migliorare le condizioni lavorative, rendere i salari competitivi rispetto ad altri settori e al costo della vita, ridurre gli orari per garantire il work-life balance, investire in formazione e carriera, creare reali opportunità di crescita professionale all'interno delle aziende o della filiera turistica. Senza interventi strutturali e coraggiosi il settore turistico rischia un declino nella qualità e competitività, con gravi danni per un pilastro dell'economia italiana. La politica dovrà certamente sostenere e agevolare le piccole e medie imprese turistiche che, con una marginalità economica sempre più ridotta, difficilmente potranno assorbire quegli investimenti indispensabili ad interpretare questi cambiamenti. Le proposte politiche del M5S in tal senso sono pronte in parlamento, ora tocca al Governo, se ne è capace, dare risposte adeguate al settore.”
Così in una nota il senatore del Movimento 5 Stelle Marco Croatti.