Politica 22:37 | 24/06/2025 - Rimini

Potere al Popolo: "Disarmiamoli - Presidio contro la guerra"

Contro la guerra globale, contro il riarmo europeo, contro la complicità dell’Italia. Anche da Rimini, disarmiamoli. Ieri pomeriggio, 23 giugno, Potere al Popolo, Opposizione Studentesca d'Alternativa e altre realtà sociali e militanti riminesi hanno partecipato al presidio lanciato dal Coordinamento Disarmiamoli, in risposta all’ennesima escalation bellica israelo-statunitense contro l’Iran e alla prospettiva concreta che le basi USA presenti sul territorio italiano vengano coinvolte direttamente in una guerra su larga scala. Nel giorno in cui il governo Meloni – con il solito linguaggio ambiguo – non esclude l’utilizzo delle basi USA sul suolo italiano per operazioni belliche, anche Rimini doveva dire la sua. Anche Rimini, con il suo aeroporto Fellini, rappresenta oggi un nodo strategico nella rete militare globale: un’infrastruttura dual-use che, se messa a disposizione delle operazioni militari statunitensi o NATO, trasformerebbe la nostra città in un obiettivo e in un ingranaggio di una logica di guerra che non ci appartiene. La militarizzazione è un sistema che sottrae risorse vitali a scuola, sanità e welfare. Non si tratta di un problema astratto: è un dramma che colpisce la vita quotidiana di lavoratori, giovani, famiglie.

Il presidio di ieri, in piazzale Kennedy, ha visto una partecipazione variegata: militanti, studenti, lavoratori stagionali, migranti, giovani precari. Abbiamo portato cartelli, striscioni, interventi e materiali per ribadire:

* NO all’aggressione israelo-americana e al genocidio in corso a Gaza

* NO all’uso delle basi italiane per la guerra, fuori l’Italia dalla NATO

* NO ai piani di riarmo e militarizzazione dell’economia

* SI a un’alternativa politica popolare, autonoma, internazionalista

Il nostro obiettivo è ora costruire una rete territoriale: un fronte popolare contro la guerra e contro il sistema che la produce, capace di collegare la questione militare alle lotte sociali – dal lavoro stagionale allo sfratto, dall’emergenza climatica alla scuola – dentro un progetto radicale di rottura.

Non ci basta una “pace” come pausa tra due guerre. Vogliamo giustizia, autodeterminazione, disarmo. Vogliamo uscire dalla NATO, non solo simbolicamente. Vogliamo riprenderci la città, pezzo per pezzo.

La guerra comincia nei territori. E allora disarmiamoli, ovunque.