Il problema è diventato serio anche all'interno del nostro territorio. Così questa mattina, il presidente della Provincia di Rimini, Jamil Sadegholvaad, ha scritto al presidente Michele De Pascale e all’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi, della Regione Emilia-Romagna per porre alla loro attenzione, formalmente, il preoccupante fenomeno, più volte segnalato negli ultimi mesi, della progressiva crescita delle segnalazioni, diffuse ormai su tutto il territorio provinciale, circa la presenza di lupi e gli attacchi agli allevamenti di animali sul territorio riminese.
Nella lettera, il presidente evidenzia come il problema del lupo, nel territorio della Provincia di Rimini, riguardi sia il comparto zootecnico sia l’ambito più ampio delle popolazioni (non è un caso che gli stessi cittadini si riuniscano in comitati territoriali) e focalizza l'attenzione sull'impatto che il fenomeno ha nei confronti dei primi danneggiati, gli allevatori. Questi rappresentano un comparto produttivo e occupazionale fondamentale nelle dinamiche socioeconomiche del territorio, i cui dati ne attestano però il momento critico: al 31/12/2024 in provincia di Rimini risultavano iscritti in Banca Dati Nazionale dell'anagrafe zootecnica (B.D.N.) n. 235 allevamenti di bovini e n. 328 allevamenti ovi-caprini rispetto ai 271 e 341 risultanti al 31/12/2022. È evidente, al netto degli allevamenti vuoti che risultano ancora in B.D.N., il calo delle attività. Il Servizio veterinario della Ausl, peraltro, risulta aver effettuato 16 sopralluoghi per predazione in allevamenti nel 2023 e n. 28 nel 2024. Il sindaco e presidente Sadegholvaad sottolinea come dalle associazioni di categoria degli allevatori giungano continue segnalazioni di predazione di animali da reddito da parte di lupi, cui si aggiungono notizie relative a crescenti predazioni di animali d’affezione come cani e gatti, anche in aree di pianura.
“Se da un lato la presenza del lupo testimonia il valore della biodiversità e della ricchezza del patrimonio naturale della provincia di Rimini, - scrive Sadegholvaad - dall’altro sono sempre più frequenti i conflitti e i danni alla zootecnia e nei riguardi degli animali domestici da affezione, con conseguenti danni economici ed emotivi, difficilmente quantificabili e a cui non pare si riesca a trovare soluzione. Risulta evidente che una siffatta situazione non può che comportare, soprattutto a carico dei singoli allevatori, ingenti danni economici oltre che morali e la vanificazione dell’impegno lavorativo.”
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