Politica 12:43 | 08/07/2025 - Rimini

Zanzini Federmoda: "Sui saldi estive stime positive, ma che possono mascherare le problematiche di un settore senza regole"

Giammaria Zanzini, presidente Federazione Moda Italia dell’Emilia Romagna: “Saldi estivi, le stime di spesa dell’Ufficio Studi Confcommercio sono confortanti, ma non possono mascherare i nodi del settore, strangolato da promozioni continue e pratiche predatorie come vendite private, mercato parallelo e outlet senza regole. È urgente ripristinare un equilibrio nel mercato della moda restituendo dignità alle vendite al dettaglio e promuovendo acquisti consapevoli per proteggere i commercianti locali e il Made in Italy

“Sabato ha preso il via in tutta Italia la stagione dei saldi estivi, un momento cruciale per i negozi di prossimità di moda e abbigliamento – spiega il presidente di Federazione Moda Italia – Confcommercio dell’Emilia Romagna, Giammaria Zanzini - un lembo di terra all’orizzonte per chi naviga in acque tempestose. Per molti vendere in questi giorni non è solo questione di profitto, ma necessità per garantire la liquidità essenziale alla gestione dell’impresa. Nemmeno i dati confortanti dell’Ufficio Studi Confcommercio, che stimano una spesa media di 203 euro a famiglia, possono nascondere il dramma che si sta consumando: la crisi dei consumi, l'aumento dei prezzi e i venti di guerra globali stanno comprimendo sempre di più il nostro settore. Pur essendo riusciti quest’anno, con una insistente azione, a uniformare la data di avvio dei saldi su tutto il territorio nazionale, ciò non basta a rispondere alle sfide che affrontano ogni giorno i commercianti. Iniziare i saldi di fine stagione quando l’estate è appena iniziata non è un aiuto concreto. La valenza del periodo dei saldi viene poi oltremodo svilita dalle continue promozioni lecite e meno lecite, sul web e non, fatte di sms di richiamo, programmi di fidelizzazione e sconti periodici che hanno reso il panorama commerciale poco sostenibile.
Dal punto di vista interno alla categoria poi, la moda italiana si confronta con problemi strutturali sempre più gravi. Le “vendite private”, inizialmente concepite per offrire l’acquisto di prodotti di campionario, si sono trasformate in eventi ricorrenti di sconti vertiginosi spesso già prima delle svendite. Il “parallelo” che erode i fondamentali del mercato: rivenditori non autorizzati hanno accesso a prodotti a prezzi calmierati, danneggiando i rivenditori legittimi e inondando i marketplace con offerte predatorie dannose per tutti. Il “Black Friday” che ha assunto proporzioni enormi e deleterie: protraendosi ben più di una giornata e spostando l’attenzione dalla qualità al prezzo, contribuisce a una cultura del consumo effimero e a una svalutazione dell’artigianato e della manifattura di qualità che rappresentano il cuore dell’industria Made in Italy.
Un ultimo elemento di crisi è rappresentato dagli outlet, una forma di vendita in cui le mancanze di regolamentazione portano a una competizione sleale: non solo si vende merce a prezzi stracciati, ma in molti casi si offrono collezioni dedicate con ampi assortimenti, contravvenendo alle regole che avrebbero dovuto governarli. Da anni come Federazione Moda Italia regionale chiediamo un intervento normativo che limiti la vendita di merce a certi standard, senza aprire le porte a pratiche scorrette. È dunque urgente ripristinare equilibrio nel mercato della moda – conclude il presidente regionale - restituendo dignità alle vendite al dettaglio e promuovendo acquisti consapevoli. Solo così valorizzeremo il nostro patrimonio tessile e la moda italiana. La 
libertà di mercato deve essere accompagnata da concorrenza leale ed onesta da parte di tutti i soggetti. È tempo di fare fronte comune e chiedere un intervento collettivo per proteggere i rivenditori locali e il “Made in Italy”. Questa battaglia non riguarda solo i singoli negozi, ma la stessa identità culturale la tradizione di tutti noi. I Comuni italiani sono a rischio desertificazione commerciale, con le conseguenze sociali che conosciamo. Agiamo ora, prima che sia troppo tardi: il nostro futuro dipende da questo impegno”.

 

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