Cronaca 19:39 | 16/05/2025 - Rimini

Condannato a otto anni dal Tribunale, il peruviano che mise incinta una cugina di dodici anni

E' stato condannato alla pena di 8 anni di reclusione, oltre ad un risarcimento di 50 mila euro alla vittima e di 10mila euro a ciascun genitore. Questa la pena comminata dal Tribunale Collegiale di Rimini, presieduto dalla giudice Adriana Cosenza. I fatti riguardano un ragazzo che aveva messo incinta la cuginetta di appena12 anni. Lui, peruviano, all'epoca dei fatti era maggiorenne. Dal loro rapporto, andato avanti per alcuni mesi, era nato un bambino. Il neonato era stato poi affidato ai servizi sociali in attesa di una decisione definitiva da parte del tribunale dei Minori. Il pm Davide Ercolani aveva chiesto una condanna a 10 anni. I genitori della ragazza, oggi che ha 16 anni compiuti attualmente, si sono costituiti parte civile per conto della figlia minorenne attraverso l'avvocato Massimo Melillo. L'avvocato Enrico Graziosi, che ha difeso il ragazzo ha già annunciato che ricorrerà  in appello, quando si conosceranno le motivazioni della sentenza. Da metà 2021 il ragazzo è tornato pienamente libero e anche dopo questa prima sentenza non ha restrizioni. Non gli è consentito vedere il figlio. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Riccione hanno fatto piena luce sui vari fatti accaduti. Tutto eaveva preso corpo dalla scoperta a novembre 2020, da parte della madre della 12enne vhr si era accorta che la figlia aveva un gonfiore addominale non normale. Un test di gravidanza e una visita ginecologica, avevano confermato i sospetti: la minore era giunta all’ottavo mese di gestazione. A quel punto la ragazzina aveva rivelato che aveva avuto rapporti sessuali con il cugino, con cui aveva trascorso durante il lockdown del tempo insieme. Erano stati gli stessi genitori della minore a chiedergli di prendersi cura della figlia, mentre loro erano fuori per lavoro. Dopo essere stato scoperto e denunciato il ragazzo aveva lasciato la provincia di Rimini, andando a vivere presso altri parenti in Toscana. Una fuga terminata dopo alcune settimane di cosidetta "latitanza" e che aveva portato il giovane in carcere. Nel febbraio 2021 il giudice aveva concesso al peruviano gli arresti domiciliari nella casa dei nonni al 23enne, con l’obbligo del braccialetto elettronico. Pochi mesi lo stesso aveva ottenuto la libertà.