Cultura 11:30 | 17/07/2025 - Dal Mondo

Fondazione Valducci: "Fare bene è contagioso. Francesco e Nicola Ridolfi in missione in Tanzania"

“Credo nei giovani, nella loro voglia di cambiare e di fare!” È la frase di Roberto Valducci che campeggia nella home page del sito della Fondazione, nata lo scorso aprile, che porta il suo nome.

E di voglia di cambiare e di fare i suoi giovani nipoti, Francesco e Nicola Ridolfi, ne hanno da vendere. Sono tornati da pochi giorni, infatti, da un’esperienza di volontariato molto intensa e proficua, in Tanzania, presso la scuola dell’associazione TSCS Tanzania Service & Children Support di Arusha, per aiutare alla realizzazione di un nuovo complesso scolastico. Grazie al costante impegno di volontari che provengono da ogni parte del mondo, l’associazione è riuscita, negli ultimi mesi, a comprare il terreno e ad erigere i primi muri portanti, per i bambini meno abbienti della città. A mancare erano la parte elettrica, l’accesso all’acqua, la costruzione dei soffitti e la sistemazione dell’ingresso. Servirà a questo la donazione di circa 1000 euro da parte della Fondazione Roberto Valducci, di cui Francesco e Nicola sono soci fondatori, insieme alla madre Alessia Valducci, al padre Andrea Ridolfi e alla nonna Piera Aniceti. La quota permetterà anche di acquistare riso, fagioli, mais, olio, porridge, ugali e verdure fresche, per i bambini della scuola, provenienti da famiglie in estrema povertà, per un periodo di circa 3 mesi. Sono in 70 a frequentare le lezioni, vanno dai 3 ai 10 anni e sono divisi in 3 classi con 3 maestri e alcuni volontari che supportano le attività didattiche e di gioco, un momento di socializzazione molto importante.

Fare il bene è contagioso, l’esperienza di Francesco e Nicola in Tanzania, segue infatti di circa tre mesi, il viaggio-missione in Kenya dei loro genitori, organizzato da Cittadinanza Onlus e la seguente raccolta fondi nel corso della convention di Valpharma Group il 9 maggio scorso. 

“Questi bambini mi hanno dato molto più di quanto avrei mai potuto immaginare.” Racconta Francesco Ridolfi. “Sono partito senza preconcetti, con l’intento sincero di offrire il 100% di me stesso durante la mia permanenza. Ma non mi aspettavo di ricevere così tanto in cambio: il loro calore, la gioia contagiosa, i sorrisi sinceri. Pur non avendo nulla, vivono ogni giorno con un’innata positività, che disarma e insegna. Ho visto da vicino la loro realtà, e questo mi ha permesso di riconsiderare profondamente ciò che spesso, nella nostra quotidianità, definiamo ‘sfortuna’. Donare loro un futuro migliore non è un gesto fine a sé stesso, ma un passo necessario verso la costruzione di una società più giusta, più forte, più umana. Una società capace, non solo di non dimenticare i più deboli, ma di mettere le loro necessità al centro. Perché è da lì, dai margini, che può nascere il cambiamento più autentico.”

“È stata un esperienza unica, come si può dire davvero per poche.” Sottolinea anche Nicola Ridolfi. “Anch’io, come Francesco, non mi aspettavo di ricevere queste emozioni così impattanti, ma soprattutto genuine! È qualcosa davvero di indescrivibile: sono sicuro che chiunque tornerebbe cambiato dopo un esperienza del genere.”

 

 

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