Opinioni 15:46 | 02/10/2025 - Rimini

I vertici locali di FdI intervengono sul caso della giovane bengalese

"L'Italia è una delle principali destinazioni per la diaspora dal Bangladesh, ospitando quasi 200 mila cittadini censiti, di cui circa la metà sono donne. Nonostante sia la terza nazionalità extraeuropea più presente, un'analisi del report Ismu sui fenomeni migratori e l'integrazione evidenzia che una parte significativa delle donne bangladesi risulta inoccupata. Questa situazione è multifattoriale, legata a sfide come i bassi livelli di istruzione, una limitata integrazione linguistica e, talvolta, a discriminazioni di genere radicate nelle culture di provenienza.

Il recente episodio di cronaca che ha coinvolto una giovane della comunità bengalese costretta a un matrimonio combinato ci ricorda l'esistenza di fragilità sociali che non possono essere ignorate.

La comunità originaria del Bangladesh, particolarmente numerosa e concentrata in alcune aree di Rimini (ad esempio Borgo Marina), presenta talvolta dinamiche di auto-isolamento che destano preoccupazione e che meritano attenzione proattiva. Non si tratta di mettere in discussione il diritto inalienabile di preservare la propria cultura, ma di affrontare un isolamento che rischia di erigere una barriera invisibile tra i residenti di origine italiana e i nuovi cittadini riminesi, rallentando di fatto il percorso di integrazione.

Questo isolamento può manifestarsi in due modi che richiedono un intervento mirato:

1. Sfide di Legalità ed Economia Sommersa

Nelle zone più concentrate, l'isolamento può favorire il radicamento di fenomeni di economia sommersa o il mancato rispetto di normative urbanistiche, igieniche e fiscali. Questa realtà può involontariamente creare una dimensione parallela che ostacola la piena legalità e la trasparenza, rendendo più difficile l'azione di controllo da parte delle forze dell'ordine e delle istituzioni locali, e danneggiando il tessuto economico locale.

2. Controllo Sociale e Tutela dei Diritti

È in questo contesto di segregazione che talvolta emerge un controllo sociale particolarmente stringente esercitato da frange più conservatrici. Le donne e i minori sono spesso i soggetti più vulnerabili, potendo subire restrizioni che limitano la loro libertà e l'accesso ai diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione Italiana.

L'atto di costrizione al matrimonio forzato, come quello emerso dalla cronaca, non può essere derubricato a mera "caso isolato". Si tratta di un grave atto di violenza di genere e di una palese violazione dei diritti umani e delle leggi italiane, che sanzionano severamente i matrimoni forzati o con minori.

Questo fenomeno non è solo l'esito di "tradizioni remote", ma è la tragica spia del fallimento collettivo nel garantire la piena applicazione dei principi di laicità e legalità all'interno di questi micro-universi segregati. La paura di denunciare, l'omertà e la mancanza di punti di riferimento esterni accessibili possono lasciare le vittime in una condizione di prigionia psicologica, nonostante si trovino nel cuore dell'Europa. Il paradosso è doloroso: queste famiglie hanno cercato in Italia un futuro migliore, ma rischiano di ricreare per le loro figlie le stesse condizioni di oppressione da cui i padri speravano di fuggire. Il diritto all'autodeterminazione, all'istruzione e alla parità, pilastri della nostra società, devono essere garantiti a tutti.

Di fronte a queste sfide, la risposta delle istituzioni non può più essere percepita come timida.  È imperativo agire subito attraverso un approccio bilanciato che coniughi rigore e supporto per garantire la piena integrazione delle nuove generazioni di migranti:

Pieno Ripristino della Legalità: Le Forze dell'Ordine devono intensificare i controlli nelle aree a rischio per smantellare le reti di illegalità e l'economia sommersa. Questo è un passo fondamentale per sostenere anche la maggioranza di immigrati onesti e rispettosi delle leggi.

Intervento Sociale Proattivo: È essenziale investire in mediatori culturali di prossimità, non solo linguistici, che agiscano come sentinelle dei diritti all'interno delle comunità. Devono offrire supporto diretto, riservato e sicuro alle donne e ai minori a rischio.

Integrazione come Percorso Condiviso: La conoscenza della lingua e della Costituzione Italiana è un elemento chiave per l'inclusione. Bisogna promuovere corsi intensivi e renderne l'adesione un percorso facilitato e incentivato per il pieno godimento dei diritti e l'assunzione dei doveri di cittadinanza.

Rimini e l'Italia intera hanno la responsabilità di sostenere gli immigrati onesti che contribuiscono alla nostra comunità e che vedono nel nostro Paese una casa per un futuro migliore. L'episodio della giovane costretta al matrimonio deve essere l'ultimo monito: chi vive in Italia deve rispettare le leggi italiane, e le istituzioni devono agire per garantire che ciò avvenga, offrendo al contempo gli strumenti per una vera e profonda integrazione".

 

Claudio Mazzarino

Coordinatore Comunale Fratelli d'Italia Rimini

Danilo Sgamma

Vice Coordinatore Comunale  Fratelli d'Italia Rimini

Cronaca