“La mossa del cavallo” è il titolo del nuovo libro di Matteo Renzi. Una dicitura che rimanderebbe ad una immagine di copertina anticlassica, al movimento di un qualcosa di improvviso e inatteso, ad un cambio di rotta. Quindi più che la statua classica scelta dall’editore sarebbe stata sicuramente più d’effetto la fotografia di un dipinto di Caravaggio. “La mossa del cavallo”, Matteo Renzi e una statua classica, il tutto sulla stessa pagina, manda in confusione. Gli elementi non si completano, non sono armoniosi. D’impatto fatichi ad associare il politico ad un cavallo in movimento, ad una scacchiera o alla perfezione delle forme. Diciamoci la verità, il leader di Italia Viva ha un impatto visivo legato alla sua persona, e di conseguenza anche ai suoi scritti, più vicino al Merisi che a Fidia. Matteo Renzi è più un Bacco caravaggesco, sia nel travestimento che nella ritrattistica. Nel dipinto “Il ragazzo morso da un ramarro”, ammirabile a Palazzo Caffarelli di Roma fino al 13 settembre 2020 nella mostra “Il tempo di Caravaggio. Capolavori della collezione di Roberto Longhi”, l’espressione del fanciullo è renziana. Spontanea, ricca di particolari, così intimamente anticlassica nonostante il modello sia intriso di ideali. C’è l’idea di una dimensione reale. Certo, nel caso del Bacco il movimento a causa del ramarro è all’indietro. Il politico invece per ricominciare punta a lanciarsi in avanti, a modi cavallo. Per armonizzare gli elementi della copertina del suo nuovo libro bisognerebbe revisionare sia l’immagine che il sottotitolo. Da “La mossa del cavallo. Come ricominciare insieme” a “La mossa del cavallo. Morso da un ramarro”. Certo, così il cavallo con molta probabilità si muoverebbe all’indietro. Ma l’associazione con Renzi sarebbe immediata.
Stefania Bozzo