Quella che inizialmente sembrava una risorsa preziosa per il sistema sanitario romagnolo rischia oggi di trasformarsi in un evidente fallimento. Ci riferiamo alle maggiori opportunità di inserimento negli organici offerte ai candidati attraverso i numerosi concorsi banditi dall’Ausl Romagna negli ultimi anni.
La realtà dei fatti, purtroppo, è ben diversa dalle intenzioni. La maggiore attrattività di alcune sedi rispetto ad altre sta di fatto rallentando, se non addirittura bloccando, l’inserimento stabile di professionisti fondamentali per la tenuta complessiva del sistema. La vastità del territorio coperto – da Lugo a Cattolica, passando per le aree più disagiate come Santa Sofia, Montescudo, Novafeltria e Premilcuore – rappresenta un ostacolo concreto all’effettiva assegnazione dei ruoli.
Sempre più spesso, infatti, accade che i candidati – pur avendo superato tutte le prove concorsuali e risultando idonei in graduatoria – rinuncino all’agognato contratto a tempo indeterminato. Le ragioni sono molteplici: difficoltà logistiche, costi elevati di trasporto, mancanza di prospettive di rientro nella propria provincia di residenza in tempi ragionevoli. Una condizione che, di fatto, scoraggia l’adesione e svuota di significato gli sforzi compiuti sia dall’Azienda che dai partecipanti ai concorsi.
A complicare ulteriormente la situazione, le mobilità tra ambiti territoriali – ovvero il passaggio da una provincia all’altra attraverso bandi interni all’Azienda – trovano soluzione solo con gravi ritardi, o addirittura non si concretizzano affatto, a causa della rinuncia al ruolo da parte di un numero crescente di candidati.
La FP CGIL ritiene urgente intervenire con strategie concrete e mirate, ma soprattutto azioni condivise tra Azienda, enti locali e parti sociali, per affrontare in modo strutturale le criticità del reclutamento e rendere realmente attrattivo il lavoro nella sanità pubblica romagnola.
Tra le proposte:
• Concorsi separati per ambiti territoriali (ad esempio Forlì-Ravenna e Cesena-Rimini), per favorire una più equa distribuzione del personale e ridurre i tassi di rinuncia.
• Foresterie temporanee nei pressi delle sedi di lavoro, per facilitare l’inserimento iniziale del personale neoassunto.
• Benefit per il trasporto pubblico (treni, autobus, car sharing, noleggio biciclette o monopattini) che rendano più sostenibile la mobilità quotidiana.
• Incentivi all'accettazione del ruolo, che tengano conto della qualità della vita e della sostenibilità personale e familiare.
Il rischio, se non si interviene tempestivamente, è quello di vanificare risorse economiche importanti e perdere ulteriormente attrattività in un settore già in forte sofferenza. Serve una visionepiù attenta alle esigenze dei professionisti e alle specificità del territorio, per garantire una sanità pubblica efficiente, capillare e accessibile a tutti i cittadini romagnoli
Fp Cgil Rimini, Ravenna, Forlì-Cesena