Le “balene spiaggiate” non sono le ex colonie, ma l’incapacità di immaginare un futuro diverso dal cemento. In risposta alle recenti dichiarazioni del sindaco Jamil Sadegholvaad, che ha definito le ex colonie “balene spiaggiate” e imputato alla burocrazia la colpa del loro mancato “recupero”, Potere al Popolo Rimini esprime tutta la propria contrarietà a una visione miope e dannosa per il territorio. La spiaggia delle ex colonie bolognesi è uno degli ultimi tratti costieri rimasti liberi, dove la natura può ancora esistere senza l’assedio del cemento. In quell’area torna a nidificare ogni anno il fratino, specie protetta e simbolo della resistenza di un ecosistema fragile ma ancora vivo. In tutta risposta alla cecità delle istituzioni, la petizione per la sua tutela ha superato le 26.000 firme, dimostrando quanto la popolazione sia attenta e pronta a difendere il proprio patrimonio ambientale. È falso e pericoloso far passare l’idea che l’unico futuro possibile per quell’area sia la speculazione mascherata da “riqualificazione”. Esiste un’altra strada: quella della tutela ambientale, della valorizzazione del turismo naturalistico e sostenibile, del rispetto per la biodiversità e per la storia di quei luoghi. Il vero ostacolo allo sviluppo non è solo la burocrazia, ma l’assenza di immaginazione politica, la subordinazione agli interessi privati, e la continua rimozione del fatto che il tempo del consumo del suolo è finito. Chiediamo al sindaco di smettere di trattare il nostro litorale come una pagina bianca da vendere, e di iniziare ad ascoltare chi lo abita, lo cura e lo difende.
Potere al Popolo - Rimini

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