In pochi giorni, oltre 150 residenti hanno sottoscritto un appello urgente rivolto all’Amministrazione comunale per chiedere una revisione sostanziale del Piano Particolareggiato di via Coletti, che prevede la costruzione di quattro nuove palazzine e la realizzazione di 350 posti auto nell’unico grande spazio verde rimasto nel quartiere. Un segnale chiaro di preoccupazione, che si è tradotto in una comunicazione diretta all’Assessora Ridolfi e all’Assessore Morolli, seguita da una solerte quanto gradita risposta da parte dell’Assessora Ridolfi, che ha manifestato la disponibilità a un sopralluogo congiunto nelle prossime settimane. Come Comitato per l’Ambiente di Rivabella, accogliamo positivamente questa apertura, ma chiediamo con altrettanta chiarezza che la solerzia si traduca in scelte concrete: evitare lo sfondamento delle vie laterali all’area in questione strade già inadeguate alla circolazione odierna, e prevedere che il verde pubblico sia collocato all’esterno degli edifici e non inglobato nelle corti private, affinché sia davvero accessibile e fruibile da tutta la comunità.
Il progetto urbanistico approvato – frutto di una convenzione risalente a più di un decennio fa – è oggi profondamente inadeguato rispetto alle attuali necessità del territorio. Prevede la costruzione di edifici fino a cinque piani in un contesto di villette a uno-due piani degli anni ’50-’60, l’eliminazione di decine di parcheggi oggi usati dai residenti storici e l’accesso carrabile da strade residenziali che non possono sostenere l’impatto del traffico previsto. Le criticità segnalate durante l’incontro dell’8 maggio con l’Amministrazione sono state numerose e dettagliate.
L’area interessata non è un “vuoto urbano” da riempire, ma un ecosistema urbano che svolge una funzione ambientale essenziale: assorbe acque piovane, riduce l’isola di calore e migliora la qualità dell’aria. Sigillare migliaia di metri quadrati di suolo in una zona classificata come fragile dal punto di vista geologico e idraulico significa esporre il quartiere a rischi strutturali e ambientali molto concreti.
Il verde previsto dal progetto risulta interno ai complessi residenziali, difficilmente accessibile e poco fruibile per la cittadinanza. Esperienze simili in altri quartieri hanno già mostrato come queste “aree pubbliche” restino in realtà vuote o privatizzate. Il quartiere ha bisogno di spazi verdi aperti, vivi e sicuri, realmente pubblici e condivisi.
A poche centinaia di metri dall’area sorge la scuola primaria di Rivabella, già oggi priva di mensa, palestra e spazi adeguati. L’arrivo di nuove famiglie, senza interventi strutturali, rischia di accentuare le difficoltà di un presidio educativo e sociale fondamentale. Anni fa si parlava di realizzare proprio lì una nuova scuola: oggi, al suo posto, si prevede l’ennesimo blocco edilizio.
Il Comitato – sostenuto da centinaia di famiglie – non si oppone allo sviluppo, ma pretende che questo avvenga con equilibrio e rispetto per chi a Rivabella vive da decenni. Chiediamo di venire ascoltati su questi temi per noi fondamentali:
•che il verde venga collocato all’esterno dei nuovi edifici, come vero spazio pubblico;
•che si eviti il passaggio carrabile dalle vie residenziali laterali già congestionate;
•che si rivedano le volumetrie e l’impatto urbanistico del progetto;
•che si investa sulla scuola, non la si marginalizzi.
Abbiamo chiesto ascolto e responsabilità. Ora attendiamo azioni coerenti. Rivabella è un quartiere vivo, attento, consapevole e non resteremo a guardare mentre si compromettono in modo irreversibile la qualità di vita e il futuro dei suoi cittadini.
Comitato per l’Ambiente di Rivabella